domenica 12 settembre 2021
«La fede non è per forza, o non immediatamente, un luogo riposante. La fede ti deposita su un grande fiume in una piccola barca, nella nebbia e nel buio». Ecco un'immagine bellissima – perfino evangelica – di cosa sia la fede, tratta dalla penna dello scrittore statunitense Wendell Berry al termine del suo Jayber Crow (Lindau): il credere come una piccola barca in un grande fiume. L'immaginazione corre immediatamente all'episodio narrato da Marco (4, 35-41), ovvero la tempesta sedata. Spesso si commenta questo brano pensando all'incredulità degli apostoli, alla potenza salvifica di Gesù che è capace di dominare, con la sua parola, il vento e il mare. Ma la barca? Che tipo di barca era quella usata da Gesù? Una di quelle usate dai pescatori del luogo, visto che diversi dei suoi discepoli facevano quel mestiere. Ma era idonea? Era alla portata di quel viaggio – «andare all'altra riva» – che si era prefisso il gruppo degli amici di Gesù? O forse Gesù ha scelto apposta una barchetta, una barca piccola, per far capire ai suoi – «nella nebbia e nel buio» – che solo di Lui ci si deve fidare? La fede ci mantiene attenti, non è – come annota Timothy Radcliffe – «l'equivalente religioso di un aperitivo». È lotta, è affrontare il buio, ma sapendo di avere a fianco il Signore della vita.
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