mercoledì 29 settembre 2004
O  santo angelo Gabriele, ricordati di me! Di" al mio amatissimo Signore Gesù Cristo quanto sia malata d"amore per lui" Egli mi ha ferita fino a morirne. Se lui mi abbandona e non mi unge le ferite, non potrò mai guarire. Se tutti i monti avessero un balsamo adatto e le acque una pozione salutare e gli alberi fioriti fossero una benda, non potrei lo stesso guarire. Santo angelo Gabriele, ricordati di me! Questo messaggio d"amore ti affido.Alcuni hanno pensato che fosse la Matelda evocata da Dante nel canto XXVIII del Purgatorio. In realtà, Matilde di Magdeburgo (1208-1283), autrice del più antico testo in prosa della letteratura tedesca (La luce fluente della divinità), fu una mistica dotata di forti emozioni. Le visioni che ebbe fin da bambina la condussero a una spiritualità d"amore ben attestata dal brano che abbiamo citato, indirizzato a s. Gabriele, l"arcangelo che oggi la liturgia esalta con Michele e Raffaele.Egli è per eccellenza, nella Bibbia, l"angelo delle annunciazioni e delle rivelazioni e noi lo vogliamo ricordare proprio per questa sua missione di "ponte" tra l"infinita luce divina e la misera ristrettezza della condizione umana. Ma, come si intuisce nell"invocazione di Matilde, egli è il tramite di un «messaggio d"amore» tra la creatura e il Creatore, un messaggio che ha un fremito di passione: tutte le immagini usate sono, infatti, tratte dal Cantico dei cantici. E questo potrebbe essere un invito ad affidare agli angeli una preghiera calorosa, spontanea, libera. appassionata: saranno loro a purificarla e a presentarla a Dio in modo degno.
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