venerdì 22 novembre 2013
Mia moglie ha perduto la memoria. Non è facile ricordi i fatti recenti. E temo le rimanga poco anche di quelli d'un tempo: inutilmente le chiedo di sua madre e di suo padre, della scuola dove insegnava matematica. Provo per questo una gran pena di lei. I ricordi portano a noi vecchi un singolare, malinconico conforto, che non daremmo via per nulla al mondo. Ecco: ho pochi anni, mio padre scambia con qualcuno delle palle di neve, teso a lanciare ride (come non fa spesso), e un po' di neve gli si stacca dall'orecchio arrossato. Ringrazio Dio che ha lasciato viva dentro di me questa immagine. E perché possa ringraziarLo meglio, subito me ne tornano molte altre di allora. Evocarle non mi sembra un affare privato: perché la memoria d'un singolo è bene di tutti. Sì, è di tutti, non merita l'oblio, l'eremita di Seunis che vedevo nella mia prima infanzia. La chiesetta - quasi campestre all'apparenza, di fatto periferica - aveva per appendice un bugigattolo misterioso e sordido, dove lui viveva. Un vecchio magro, barbuto: portava in giro per i paesi, dentro una teca col vetro, un piccolo simulacro della Madonna di Seunis, porgendolo al bacio dei fedeli nel chiedere l'elemosina. Era una Madonna bambina: e dalla sua veste azzurra le si affacciava sul tenero collo la testa del Suo Bambino.
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