martedì 18 settembre 2012
«Passione dell'assenza è la nostalgia. (…) Il nulla in fondo è il vero oggetto della nostalgia». Sergio Givone, uno dei grandi filosofi viventi, anche scrittore di razza, ha scritto pagine fondamentali su quella che è forse la realtà più specifica dell'epoca attuale in Occidente: il Nulla. Che registriamo come malattia: un morbo mellifluo e strisciante ha contaminato tante anime e tante menti, manifestandosi in forme di accidia, apatia, indifferenza, come molti scrittori avevano già rilevato nel secolo scorso. Passione dell'assenza, nostalgia: le frasi dei filosofi, come i versi dei poeti, possono essere diagnosi fulminee e farmaci potenti: se io non mi accorgo di non credere in nulla, e vivo ciecamente questa condizione, questo è il Limbo. Se io sento un'assenza, sento drammaticamente, con "passione", che qualcosa mi manca, se avverto che non ho forza né motivazioni per credere e sperare qualcosa che non sia tirare fino a sera, allora il Nulla ha una funzione benefica. Mi fa soffrire la mia condizione, generando in me nostalgia di qualcosa che non conosco, ma che forse ho provato e che sicuramente esiste. Soffrire un'assenza, accettare la nostalgia, può condurci a comprendere che quella che sentiamo non è un'assenza, ma una mancanza. Quando io sento che qualcosa mi manca, io lo sto già invocando.
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