La lezione sportiva del '21 e i concreti sogni per il '22
mercoledì 29 dicembre 2021
Siamo arrivati ai titoli di coda dell'anno più strano della storia dello sport azzurro. Da una parte una sequenza seriale di vittorie, imprese, capolavori che non staremo qui, per l'ennesima volta, a ricordare; dall'altra una condizione agonizzante per lo sport di base e l'ormai – purtroppo – realistica certezza che più di un terzo delle società sportive del Paese chiuderanno. Una specie di schizofrenia che trasforma quest'anno ormai alle nostre spalle in un sentimento che oscilla fra orgoglio e preoccupazione. Non facciamo allora ulteriori analisi sul 2021, pensiamo immediatamente al futuro.
Che cosa si aspetta il mondo dello sport dal 2022? Sarebbe facilissimo rispondere: l'allentarsi dell'emergenza Covid. Tuttavia, abbiamo imparato che su questo tema è meglio essere cauti, perché dopo quasi due anni abbiamo capito che ogni volta che sembravamo essere nel buio più profondo si è accesa una luce e che ogni volta che sembravamo alla fine del tunnel qualcosa ci ha fatto tornare indietro. Su questo tema, che ovviamente non riguarda solo il mondo dello sport, rimandiamo alle uniche certezze che abbiamo: la vaccinazione come strumento di difesa personale e di responsabilità nei confronti della propria comunità, il rispetto dei protocolli, l'impegno per quel contratto sociale che fa sì che la propria azione sia orientata al bene comune.
Ci sono, poi, tante altre cose che il mondo dello sport si aspetta dal 2022, a prescindere dagli obiettivi agonistici: l'avviamento dell'iter (e magari il raggiungimento entro la fine dell'attuale legislatura) di quell'obiettivo spesso evocato da queste colonne, ovvero l'inserimento della parola "sport" nella nostra Costituzione; la partenza (e magari anche il reperimento delle coperture economiche) del progetto di educazione motoria nella scuola primaria con docenti specializzati, inseguito per decenni; un avanzamento decisivo rispetto alla riforma del lavoro sportivo, mondo sommerso e abitato da milioni di nostri connazionali che ricordano a gran voce la propria esistenza. E poi, chissà, la speranza di vedere riconosciuta la possibilità di prescrivere l'attività motoria come un farmaco da parte del nostro medico di famiglia, per patologie come l'obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, la depressione, generando un enorme risparmio al Servizio sanitario nazionale. E ancora, perché no, la possibilità di vedere gli amministratori delle nostre città usare fondi del Pnrr per ridisegnare il paesaggio urbano in maniera da rendere i nostri parchi cittadini (e i nostri fiumi, mari, laghi, le nostre spiagge, colline e montagne) luoghi attrattivi per la cultura del movimento, diventando così hub del benessere e della salute.
Sembra impossibile? Sì, in effetti sono tutti obiettivi molto ambiziosi, ma dal 2021 che ci apprestiamo a salutare abbiamo imparato che quello che sembrava impossibile si è trasformato in realtà: ce l'hanno dimostrato le nostre atlete e i nostri atleti, grazie al loro spirito di sacrificio, al loro allenamento, alla loro determinazione. Insomma, abbiamo un precedente: se nel 2022 che già viene i nostri decisori prendessero esempio da quegli azzurri che ci hanno fatto sognare, ne siamo certi, l'impossibile cesserebbe di esistere.
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