La gran festa della Regina e «Carolina la dolce»
mercoledì 8 giugno 2022
Sabato scorso un grande show musicale, uno dei primi così imponenti dai tempi della pandemia, ha celebrato a Londra il “Giubileo di platino”, la celebrazione dei settant'anni di regno di Elisabetta II. Buckingham Palace è stato trasformato in un gigantesco schermo che un'evolutissima tecnica di videomapping ha fatto diventare un segnalibro capace di distinguere vari “segmenti” di spettacolo. Tutto ciò di fronte a 22.000 persone fortunate (la stragrande maggioranza dei biglietti sono stati sorteggiati, al netto di 7.500 inviti distribuiti a categorie di lavoratori provate dalla pandemia, come medici, infermieri e forze dell'ordine). Così fra i discorsi di William e Carlo, i momenti dedicati alla moda o alla tutela dell'ambiente, un segmento dello show è stato dedicato allo sport.
La decisione è stata di far aprire questo emozionante momento, in un tripudio di ombrellini a forma di pallone, a Rod Stewart, grande appassionato di calcio e con giovanili velleità agonistiche, franate di fronte a un provino al Brentford che, per la fortuna della storia della musica, non lo selezionò. Rod ha intonato una meravigliosa esecuzione di “Sweet Caroline”, composta nel 1969 da Neil Diamond, che compose questo capolavoro ispirandosi a una foto di Caroline Kennedy, la figlia di JFK, intercettata sulla copertina della rivista “Life”. Gli serviva un bel nome di tre sillabe, quella rivista gli capitò in mano nel momento giusto e nella testa di Diamond si accese una scintilla: a volte i capolavori nascono in virtù di una certa dose di casualità. Ma perché la scelta di “Sweet Caroline”? Perché questa canzone è diventata un vero e proprio inno nel mondo dello sport. Gli appassionati di baseball, per esempio, sanno che a Fenway Park, lo stadio dei Red Sox a Boston, a metà dell'ottavo inning parte, come un rito irrinunciabile, questa canzone dagli altoparlanti e il pubblico dagli spalti risponde con un'impressionante unica voce. Chi c'è stato dice che sia un'esperienza indimenticabile.
In Irlanda “Sweet Caroline” è l'inno non ufficiale dei tifosi della nazionale di calcio, ma la cantano a squarciagola anche i fan dell'Aston Villa, i tifosi della nazionale inglese di cricket e dal 2011 viene intonata anche durante le partite di volley dell'Iowa City West High School, in ricordo di Caroline Found, giocatrice di volley e capitana dell'Iowa che, con lei in campo, vinse il campionato del 2010. Dopo la festa per la vittoria Caroline andò in motorino a trovare la madre ricoverata in ospedale e durante il tragitto morì in un tragico incidente. La sua squadra, dopo quel dramma, fu capace di vincere il campionato nazionale 2011, una storia incredibile raccontata nel film: “Una stagione da ricordare”. Le note di “Sweet Caroline” si legarono ulteriormente al mondo dello sport quando Neil Diamond decise di donare le royalties, destinate a lui quale autore, alle famiglie delle tre vittime e delle centinaia di feriti dell'attentato alla Maratona di Boston del 2013.
Anche sabato a Londra “Sweet Caroline” ha fatto per bene il suo lavoro: tutti i 22.000 presenti, palco reale incluso, si sono sgolati lì davanti a Buckingham Palace, surfando su una specie di tsunami vocale che ha reso indimenticabile un momento già di suo significativamente importante: un tributo alla dignità, al valore e alla potenza di due linguaggi universali, lo sport e la musica, nel cuore di una celebrazione storica così intensa e così partecipata.
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