mercoledì 20 luglio 2005
La tenera fata della stupidità è discreta e s"adatta meravigliosamente al bene e al male, al sapere e all"ignoranza, all"uno e all"altra, a voi come a me" La ragione è in grado di smascherare il male che si cela perfidamente dietro la bella menzogna. Ma di fronte alla stupidità la ragione è impotente. Non ha nulla da smascherare. La stupidità non porta maschere. È innocente. Sincera. Nuda. È indefinibile.Sto leggendo l"ultimo libro, intitolato Il sipario (Adelphi), dello scrittore ceco Milan Kundera, divenuto famoso una ventina d"anni fa per il romanzo L"insostenibile leggerezza dell"essere. Mi diverte questa sua vivace rappresentazione della stupidità, fatina tenera, discreta, apparentemente innocente e sincera e, soprattutto, invincibile. Con la stoltezza non si può combattere perché è come una mucillagine che si squaglia o prende nuove forme appena la colpisci. Non la puoi smascherare nelle sue incongruenze come si fa con l"errore, perché è senza maschera, vana e vacua.Purtroppo, senza voler fare i supponenti, bisogna riconoscere che la stupidità s"infiltra dappertutto, in dosi piccole o massicce e riesce a rendere insipiente il pensiero di molti, ridicole certe espressioni d"arte, fatuo il comportamento sociale, dissennata la politica, banale persino la religione e scipita la stessa vita. La sua forza non è tanto nelle capacità perverse (che non ha) quanto piuttosto nella quantità della sua diffusione che nasce dall"imitazione. L"unica volta che incontrai lo scrittore Riccardo Bacchelli mi disse di temere proprio questa diffusività: «Gli stupidi " mi disse " impressionano non foss"altro che per il numero!». Bisogna, perciò, essere sempre vigili per non essere infettati da questo morbo dell"anima.
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