La Bibbia o l'Encyclopédie: quale modello per il sapere in Rete?
sabato 10 novembre 2012
Secondo gli esperti di new media (per esempio David Weinberger, autore della Stanza intelligente, Codice Edizioni) oggi e soprattutto domani la conoscenza e l'intelligenza non saranno più dell'individuo, ma della Rete. In fondo è una vecchia storia ottocentesca, su cui si costruì la non disprezzabile idea dell'alienazione umana provocata da macchine produttive (prima di merci, oggi anche di sapere). Il Grande Cervello informatico, che tutto può includere e conservare, sembra essere al centro del sapere: l'individuo umano che lo usa e lo fronteggia in realtà ne viene usato, è solo un'appendice necessaria ma transitoria, fragile, limitata. Troppo confusa e troppo complessa (ha una mente-psiche, un intelletto non disincarnato) per contare qualcosa nel sempre più veloce sviluppo autogeno del Sistema dei sistemi o intelligenza artificiale.Lo stesso cervello umano, sistema nervoso e automatismi psichici, saranno sempre più integralmente modellati dall'uso intensivo dello strumento informatico, con i suoi tempi e i suoi schemi operativi. Non strumento, quindi, ma guida di chi lo usa.La promessa degli esperti è che per essere sempre più collettivamente intelligenti e padronidi conoscenze, lo saremo sempre meno in quanto individui. Fuori della rete, siamo poco o niente. Sì, conoscenza, ma di che cosa, perché, in quale forma? Si potrebbe dire che si doveva arrivare a questo dal momento in cui la Bibbia venne sostituita dall'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert. È vero che l'enciclopedismo come organizzazione generale e metodica delle conoscenze acquisite esisteva prima dell'Illuminismo. Ma per esempio l'enciclopedismo incorporato nella Commedia di Dante era di altro genere e serviva a un itinerario che portava in regni nei quali la verità della vita terrena si realizza e si rivela. C'è una differenza fra il già saputo enciclopedico e i processi del conoscere, la decisione circa gli oggetti e gli scopi della conoscenza. La mente umana ha più di una dimensione e dovrebbe restare padrona consapevole dei propri moventi, per esperienza diretta. L'Encyclopédie porta a Internet. Ma dove portavano i racconti della Bibbia? Dove volevano portare Platone e Dostoevskij?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: