sabato 27 agosto 2022
Sbagliando s'impara. Gli errori non sono una maledizione, possono perfino diventare una risorsa per evitare di cadere nuovamente e per ripartire facendo tesoro di quello che è andato storto. Ma bisogna avere anzitutto il coraggio e l'onestà di riconoscerli. A Maranello il “Drago” Enzo Ferrari aveva fatto allestire nella sala attigua a quella dove si svolgevano le riunioni con i dirigenti, “l'armadio degli errori”: una vetrina in cui venivano conservati vari componenti delle auto da corsa - pistoni, bielle, valvole, ingranaggi, semiassi -, ciascuno con un cartellino con una data e un luogo che ricordavano la gara in cui la rottura di un pezzo aveva causato una performance scadente e talvolta era stato all'origine della mancata vittoria in un gran premio di Formula 1. Una specie di galleria degli sbagli a futura memoria. L'imperfezione veniva messa così sotto gli occhi di tutti, e diventava monito e sprone per migliorare e sperimentare nuove strade. La perfezione può rimanere una meta irraggiungibile, l'eccellenza è un traguardo verso il quale continuamente tendere. Oggi l'armadio degli errori è esposto al Museo Ferrari di Maranello. Ma potrebbe utilmente corredare gli uffici di tante aziende che vogliono fare dell'errore un trampolino.
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