“Io ti cercherò”, il dolore di un padre
mercoledì 7 ottobre 2020
La cosa peggiore che possa capitare a un padre (ovviamente anche a una madre) è la morte di un figlio. Per cui non c'è storia più tragica di quella che parte con la telefonata che mai e poi mai vorresti ricevere. Sono drammatici, infatti, i primi trenta minuti di Io ti cercherò, la fiction di Rai 1 (il lunedì alle 21,25 e in anteprima su RaiPlay) con protagonista Alessandro Gassmann nei panni di Valerio Frediani, ex poliziotto ora benzinaio a nero, che perde il figlio Ettore, poco più che ventenne, in circostanze misteriose, anche se la Polizia vorrebbe archiviare il caso come suicidio. Dopo il dramma iniziale, scatta il giallo. Cambia il registro, ma non la sostanza. Si allenta la tensione per la tragedia e subentra la suspense per l'indagine. In più c'è da fare luce sul passato professionale di Valerio, ma anche sul rapporto con il figlio e con la madre del figlio, Sara (Maya Sansa), fidanzata di un tempo ed ex-collega di cui sembra ancora innamorato nonostante che lei abbia ora un marito e un'altra figlia. Fatto sta che i primi due episodi scorrono veloci con Gassmann che alterna la faccia triste e contrita all'espressione truce. Sullo sfondo una Roma cupa, periferica, e in sottofondo una musica bella, ma lenta e inquietante. Resta al momento da capire fino in fondo la scelta di far parlare il morto, ovvero di proporre la voce fuori campo di Ettore che fa delle considerazioni sulla propria fine e soprattutto sul rapporto con il padre al quale si raccomanda questa volta di non fuggire. Al momento è un espediente per introdurre il tema del rapporto genitori-figli e più in generale delle dinamiche all'interno delle famiglie, comprese quelle tra fratelli, ma anche per analizzare la propria vita e i propri errori. Ma non è escluso che la scelta degli autori e del regista Gianluca Maria Tavarelli possa avere ulteriori sviluppi. Intanto non si capisce perché nell'anteprima dopo i Soliti ignoti si sia di fatto svelata tutta la trama di Io ti cercherò, ma soprattutto non si capisce a quale titolo nel Tg1 delle 20,00 Alessandro Gassmann sia stato chiamato a commentare le catastrofi del maltempo e i cambiamenti climatici prima di parlare della fiction. È una commistione che non sta in piedi.
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