Introspezione Unico argine al degrado che esonda
venerdì 2 febbraio 2024
«In interiore homine habitat veritas». Come una volta sapeva ogni liceale, queste parole sono di sant’Agostino, forse il più letto dei santi, anche dai non credenti e dagli intellettuali. Questi ultimi preferiscono la prima parte delle sue Confessioni, in cui parla il peccatore che non ha ancora realizzato la fede e sta lottando con se stesso per raggiungerla. L’interpretazione che per lo più danno gli intellettuali laici dell’opera di sant’Agostino come un’autobiografia non è però un’interpretazione del tutto corretta. Comunque le capacità autoanalitiche e narrative dell’autore sono tali da poter facilmente indurre in questo errore. Significativo resta il fatto che in quest’opera, un classico della cultura cristiana, non ci siano solo la lode e il pensiero di Dio, ma anche, e prima, l’itinerario dell’esame di se stessi, nell’introspezione, nell’autoperfezionamento e nel controllo dei propri impulsi. È leggendo Cicerone che Agostino si appassionò alla filosofia, ma andò oltre lo stoicismo dello scrittore latino. Il versante autobiografico delle Confessioni, opera fondamentale nella filosofia dell’Occidente, è perciò innegabilmente di assoluto rilievo e ne fa un capolavoro nello stesso tempo filosofico e letterario la cui attualità e forza comunicativa non si sono ancora esaurite. Mi sono venute in mente le Confessioni proprio perché appartengono all’intera cultura occidentale, e ne parlo a proposito dell’orribile e pericolosissimo declino dell’idea di “progresso spirituale”, morale, mentale, psicologico. Non c’è progresso generale ne umanesimo religioso o laico senza analisi dell’interiorità, senza introspezione e metodico miglioramento di se. Oggi cultura di massa, psicofarmaci, droghe, dipendenza tecnologica e “macchine pensanti” stanno cancellando l’interiorità e il rapporto consapevole degli individui con la propria vita mentale ed emotiva, da cui naturalmente nascono i comportamenti. Nell’Ottocento, con la grande narrativa realistica e psicologico-sociale, da Stendhal e Manzoni a Tolstoj e Dostoevskij, l’introspezione ha toccato i suoi punti più alti e complessi. Se questa tradizione venisse dimenticata, un’interiorità lasciata al buio da una coscienza distratta e da una estroversione ciecamente dinamica e attivistica, provocherà un degrado sempre maggiore nella cultura e nella vita delle nostre società. © riproduzione riservata
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