venerdì 22 aprile 2005
Udienza privata dal Papa: esperienza di grandissima intensità e commozione, che continua ad agire con forza in me in modo strano" Commossa genuflessione e ringraziamento per la grazia concessa" Non mi sono inginocchiato dinanzi a un uomo o a un politico, bensì dinanzi a un bianco, etereo, mite simbolo che incarna due millenni di Occidente.
Così annotava nel suo diario il 29 aprile 1953 uno dei maggiori scrittori tedeschi, il protestante Thomas Mann, conterraneo del nuovo Papa,  evocando il suo incontro con Pio XII. Abbiamo voluto riproporre la sua testimonianza, ignota ai più, in questi giorni festosi della Chiesa: essi hanno visto una partecipazione corale, pur nella diversità delle culture e delle stesse fedi. «Intensità e commozione» che spingono i cattolici a ritrovare nel Papa la continua azione dello Spirito di Cristo che conduce in modo "incarnato" e visibile la sua Chiesa.«Intensità e commozione» anche per gli altri cristiani che si associano ai loro fratelli cattolici nella comune fede in Cristo che regge la comunità dei suoi discepoli dispersi nel mondo e nelle differenti confessioni, in attesa che la comunione tra loro sia piena. «Intensità e commozione» anche per chi " forse come Thomas Mann " è agnostico, ma si emoziona davanti al Papa perché sente che nella sua figura si incarna simbolicamente la nostra civiltà occidentale nel suo aspetto di spiritualità, di bellezza, di giustizia, di pace, così come hanno testimoniato i Papi che abbiamo conosciuto e come ora testimonierà Benedetto XVI.
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