Insieme oltre i limiti: stiamo attenti a quei tre
mercoledì 19 febbraio 2020
Il protagonista di questa storia si chiama Sami, un ragazzo che sorride sempre e fa le cose che piacciono a tutti i ragazzi: suona la chitarra, gioca a calcio, va allo stadio, ama viaggiare e ha due grandi amici, quelli del cuore. Si chiamano Annalisa e Andrea e sono amici preziosi, perché Sami è un ragazzo pieno di energia, ma da quando è nato soffre di tetraparesi spastica distonica e, senza di loro, la sua vita sarebbe profondamente diversa. Annalisa e Andrea spingono la sua carrozzina, letteralmente, ovunque. La cosa curiosa è che anche Annalisa e Andrea senza Sami sarebbero molto diversi: è stato proprio lui a far loro scoprire un mondo di cose che mai avrebbero immaginato di saper o poter fare. Così, chissà a chi è venuta in testa l'idea, il terzetto qualche mese fa si è immaginato l'inimmaginabile. Un gesto atletico, una performance da campioni: portare Sami ad assistere di persona ai Giochi Paralimpici di Tokyo del 2020, il suo sogno più grande.
Avranno prenotato un aereo, vi chiederete? No, non esattamente. Annalisa, Andrea e Sami andranno a Tokyo partendo dalla loro città, Torino, con un camper. Un viaggio, fra andata e ritorno, di oltre cinque mesi, all'insegna del claim «15 frontiere, nessun confine». Slovenia, Croazia, Serbia, Montenegro, Albania, Bulgaria, Grecia, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakhstan, Russia e Giappone. Voilà. «Basta così?», vi chiederete. No, non basta. Perché essendo questo viaggio un vero e proprio gesto atletico, Annalisa, Andrea e Sami hanno pensato: «Perché andare solo a vederli, i Giochi Paralimpici? Partecipiamo!». Il dettaglio che non ci fosse una disciplina nella quale Sami potesse competere, come immaginerete, li ha turbati solo per pochi istanti. Per gente così, che corre incontro alle utopie con il sorriso stampato sul viso, il problema era di facile soluzione e la disciplina se la sono inventata.
L'hanno chiamata Paradventuring e definita così: «la disciplina con cui un gruppo di persone con diversi gradi di abilità trova il modo di superare i limiti fisici e mentali per migliorare la propria vita, imparando gli uni dagli altri e divertendosi insieme». Vi prego, rileggete due o tre volte la definizione di questa disciplina fuori concorso, perché rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma. Non racconta di un gesto di altruismo dove persone abili ne aiutano altre, diversamente abili, ad andare oltre ai propri limiti, ma di un gesto collettivo, di squadra, dove le differenze arricchiscono e quell'andare oltre appartiene a tutti. Cinque mesi di viaggio per poter fare, insieme a Sami, le cose più incredibili: dal parapendio ai voli in mongolfiera, per capirci. Insomma, certamente Sami resta il protagonista della storia, ma coloro che più stanno cambiando sono proprio Annalisa e Andrea!
Nota a margine: un viaggio così lungo comporta inevitabilmente molti costi e necessità da risolvere. Chiunque ne avrà voglia potrà sostenere l'impresa andando sul sito www.samiaroundtheworld.org dove si potranno trovare tutte le informazioni per mettere a disposizione dei fondi che serviranno per sostenere spese di viaggio, visti, assicurazioni e beni di prima necessità. Sarà un viaggio dove questi tre ragazzi si spingeranno, reciprocamente, in territori, della mappa e dell'intelletto, mai visti prima. Un viaggio di scoperta, di avventura, di formazione. Se è vero che, da qualsiasi viaggio, non si torna mai indietro uguali a come si è partiti, beh, in questo caso cambieremo un po' anche noi, semplici spettatori.
«Sarà un'esperienza collettiva – dicono Annalisa, Andrea e Sami – un viaggio tra le persone, per le persone. Un'ondata di gioia che attraverserà il mondo, anche grazie a voi».
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