mercoledì 25 maggio 2016
«Dunque, o uomini ateniesi, è vostro dovere indignarvi nei confronti di costui: infatti sarebbe una cosa terribile se ora voi, così oppressi dalle tasse, perdonaste chi ruba e chi si lascia corrompere». Sono le parole roventi del siracusano Lisia, a carico di Ergocle. Un uomo disonesto che si era arricchito alle spalle dei cittadini di Atene, approfittando degli incarichi pubblici che aveva ricevuto. Lisia è un grillo parlante che cerca di svegliare le coscienze dei greci. Che richiama al sacro dovere di reagire verso chi sfrutti la fiducia della gente, per espropriarla della parte che a ciascuno è dovuta. Bisogna arrabbiarsi! dice il grande oratore. Bisogna conoscere la verità e avere il coraggio di denunciarla. Bisogna informarsi con cura sugli intrighi di palazzo. Perché «la prosperità degli empi», l'arbitrio assoluto di corrotti e corruttori «fa languire la terra», gli fa eco il profeta Geremia, anch'egli voce di invettiva contro gli usurpatori del bene comune. Bisogna denunciare i denari investiti da Stati, che si dichiarano pacifici, nel traffico di armi. Se assistiamo, ancor oggi, a casi in cui gli interessi privati si fanno veicolare, senza alcun pudore, proprio dal potere che deriva dai pubblici incarichi, vuol dire che è l'ora di ascoltare Lisia.
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