Il video della mamma disoccupata e gli altri «esperimenti sociali»
venerdì 20 ottobre 2017
Mi pare stia andando bene il lancio in Rete del video «Dona fiducia a una mamma» ( tinyurl.com/y7uwch3a ), con il quale dal 17 ottobre scorso l'onlus L'Albero della Vita, che si occupa a 360 gradi di bambini in difficoltà, sostiene la campagna «Io dono fiducia» di sensibilizzazione sul problema della povertà in Italia. Diffuso attraverso i vari social, convintamente condiviso da vari personaggi del mondo dello spettacolo e raccontato con partecipazione da altrettanti media, punta sulla popolarità digitale dei video di «esperimento sociale»: due attrici vi interpretano infatti una madre disoccupata che, nell'imminenza di un colloquio di lavoro, tenta di affidare all'uno o all'altro passante la figlia bambina per il tempo che durerà tale colloquio. Posto che, vedendolo, non ci si identifichi nella coppia che si trova in difficoltà, ci si sentirà comunque, come i passanti, interpellati dalla storia che essa interpreta, e stimolati a fare qualcosa, compresa eventualmente una donazione alla onlus promotrice.
Mentre apprezzo l'intelligenza e i fini dell'intera campagna e segnatamente la fattura di questo video, confermo che il genere «esperimento sociale», in bilico tra realtà e fiction, prospera in Rete, ma non sempre con finalità ugualmente trasparenti. Lo spiega, con un post che risale a più di tre anni fa, l'espertissima Annamaria Testa: sul suo blog "Nuovo e utile" ( tinyurl.com/y9ytqyb2 ) e parallelamente su "Internazionale" parla di centinaia di migliaia di filmati il cui «stesso moltiplicarsi ci dice che, in un modo o nell'altro, coinvolgono». Figli un po' degli studi sociali e molto degli studios televisivi (le candid camera), i loro temi più ricorrenti sono: «sesso, disagio, abbandono, indifferenza, violenza», ma anche la sensibilità religiosa delle «vittime», aggiungo io, ne viene talvolta testata. Prodotti spesso da singoli utenti, «alcuni sono struggenti, pochi sono divertenti, molti sono sgradevoli»: puntano «sul nostro voyeurismo e le nostre emozioni» per «guadagnarsi un facile successo» digitale. Da maneggiare con cautela.
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