mercoledì 7 marzo 2007
   Napoli un semaforo rosso non è un divieto, è solo un consiglio.Che a fare questa affermazione sia un partenopeo genuino come Luciano De Crescenzo mi ripara dalla contestazione dei miei lettori napoletani. Ma da milanese devo ugualmente riconoscere che le differenze tra le due città non sono poi così rilevanti. Provate a Milano ad attendere da pedoni il rosso per le auto a un semaforo e a tentare poi di passare: davanti a voi sgusceranno senza nessuna remora moto, motorini e biciclette che si sentono del tutto esonerati dal rispettare quel segnale che per loro è appunto non un divieto, ma al massimo un consiglio. È, dunque, necessario per tutti un ritorno non solo alla legalità in senso lato e alto ma in senso spicciolo e quotidiano.La sapienza biblica si preoccupa di ricordare che c"è una presenza divina e quindi una risposta fedele da vivere e testimoniare anche nelle realtà modeste dell"esistenza. È per questo che, ad esempio, nel libro dei Proverbi troviamo persino norme di galateo. Insozzare le vie, imbrattare i muri, devastare ambiti e mezzi pubblici, non rispettare le norme del traffico, abdicare alle regole del vivere comune e della cortesia non sono, dunque, soltanto comportamenti disdicevoli a livello sociale  e civile, lo sono anche in senso morale e religioso.  È per questo che, come si educa a superare l"immoralità della violenza, delle violazioni delle leggi penali gravi, della corruzione, così si deve combattere con fermezza l"evasione fiscale, il disprezzo nei confronti dei regolamenti pubblici,  la prevaricazione verso i doveri civici più semplici.
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