venerdì 25 febbraio 2022
Ieri, le sette del mattino. Il trillo di un WhatsApp. È uno dei figli: "Ma veramente la Russia sta invadendo l'Ucraina?" Bruscamente risvegliata apro il web, vedo il cielo di Kiev rosso di fiamme. Per un istante mi sento come se, sotto ai piedi, si spalancasse il pavimento. Sì, veramente la Russia sta invadendo l'Ucraina. Ma quella crepa che mi si è aperta dentro, più leggo e più si allarga. Sul web le sirene antiaeree gridano su Kiev deserta, gli aerei russi in formazione perfetta, neri come corvi, solcano il cielo. La gente si accalca nei rifugi sotterranei, come da noi durante la guerra. Oggi, in Ucraina, Europa. Non è possibile, mi dico, è la Storia che torna indietro. Tre generazioni di europei cresciuti in settantasette anni di pace stanno guardando attoniti queste stesse immagini. Tutti i leader dei Paesi Nato annunciano "sanzioni durissime". Sanzioni? Mah. La faccia di Putin, che promette a chi si intrometta "conseguenze mai sperimentate nella storia": è la sua faccia, ciò che più mi fa paura.
Un'interminabile colonna di auto cerca di abbandonare Kiev, all'alba. Mi immagino in
ciascuna una famiglia, dei ragazzini, una scorta di biscotti e merende. L'auto è quasi in riserva, e il più piccolo piange per il gatto, che all'ultimo non si è trovato. Fa male al cuore quella colonna ferma e in fuga – padri, madri, figli, esattamente come noi.
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