martedì 27 giugno 2023
Norimberga è oggi un gioiellino conservato in bacheca per turisti che viaggiano in torpedone. Il vecchio nucleo medioevale si raggiunge a piedi superando ponti su canali fioriti in modo tale da strappare il selfie. Molte città tedesche assomigliano a questa che tuttavia resta unica a causa dello straordinario processo che vi si svolse a conclusione della Seconda guerra mondiale quando le potenze vincitrici misero alla sbarra quella sconfitta secondo un procedimento giuridico anomalo ma necessario, vista la dimensione inaudita della Shoah. Quando giunsi nel grande parcheggio esterno, osservando da fuori il Tribunale della Giustizia, in apparenza simile ai numerosi altri visibili nelle metropoli di tutto il mondo, tornai a riflettere sulla distinzione teologica fra realtà ultima, imperscrutabile, di cui nulla possiamo dire, e penultima, dove siamo noi, nella quale dobbiamo prendere posizione. Davanti al brulichio dei presumibili avvocati che entravano e uscivano, tornavo a Severino Boezio: «Dio vede come presenti quelle cose future che provengono dalla libertà di decisione; queste cose, dunque, in rapporto alla visione divina, diventano necessarie per la condizione della conoscenza divina, considerate per se stesse, invece, non decadono dall’assoluta libertà della loro natura». © riproduzione riservata
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