venerdì 31 dicembre 2004
Possano le strade farsi incontro a te. Possa il vento essere alle tue spalle. Possa il sole splendere caldo sul tuo viso. Possa la pioggia cadere leggera sui tuoi campi. E, fino a quando non ci rincontreremo, possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.
 
Mentre cala il sipario anche su questo anno vorrei rivolgere un augurio e un saluto ai miei lettori prima che si affacci il 2005. Lo faccio con le parole di questa antica benedizione gaelica, la lingua di origine celtica usata ancora in Scozia e in Irlanda. In essa scorrono idealmente le stagioni col vento primaverile, il caldo estivo, le piogge autunnali e invernali. Si aprono le strade delle città e i viottoli della campagna. È il compendio di quegli eventi che daranno sostanza alle opere e ai giorni del nuovo anno. Sono quelle piccole cose quotidiane a cui spesso non badiamo e che, invece, sono un continuo dono divino. Un proverbio arabo dice infatti: «Naturale e ovvia è l"aria, ma guai a non respirarla!».Ma c"è in finale a questa benedizione una nota particolare: l"augurio di essere «tenuti nel palmo della mano di Dio». Da quando siamo stati creati, conserviamo tutti " buoni e cattivi " ancora una traccia del tepore di quelle mani che ci hanno plasmato. E anche se poi Dio ci ha lasciati percorrere le vie della nostra libertà, non è mai venuta meno la sua cura, la sua premura e anche la sua preoccupazione. Non sappiamo quando, ma verrà un giorno in cui " concluso il nostro viaggio terreno " egli ci raccoglierà con le sue mani per riportarci nel suo orizzonte. A quella meta ultima tutti ci ritroveremo per essere insieme col Signore, nella pace e nella luce.
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