sabato 21 giugno 2003
La bellezza del creato è l'entrata nel labirinto" Se non ci si perde d'animo, se si continua a camminare, si arriverà senza dubbio al centro del labirinto. E qui Dio attenderà chi ha voluto giungervi per divorarlo. In seguito costui ne uscirà, ma cambiato, trasformato, perché sarà stato mangiato e digerito di Dio. Resterà, allora, vicino all'entrata, per spingervi con dolcezza coloro che vi si accostano. A "Mattutino" ci ha spesso illuminato con le sue riflessioni Simone Weil (1909-1943), scrittrice francese di famiglia ebraica, fortemente attratta dal cristianesimo. È a lei e alla sua opera Attesa di Dio (pubblicata sette anni dopo la sua morte) che ci affidiamo oggi per celebrare l'ingresso nell'estate e nel suo splendore. Il creato è visto simile a un labirinto in cui ci si può perdere: «L'imprudente - scrive ancora Simone - dopo pochi passi non sarà capace di ritrovarne l'uscita». Per molti, infatti, la natura è un gorgo oscuro che non ha nulla da dirti e che ti si può rivoltare contro. Per altri è un orizzonte in cui naufragare quasi fosse l'infinito sacro (pensiamo a certe visioni panteistiche o anche a certe
forme esasperate di "ecomania"). La Weil, invece, ci invita a procedere in questo ambito grandioso e misterioso per giungere fino al centro.
Là si è avvolti da Dio, il Creatore, e così quando tu ritorni alla tua quotidianità, non sei più uguale a prima. Hai dentro di te il fascino di Dio, sperimentato proprio nella creazione ed è per questo che vuoi spingere gli altri - come faceva san Francesco - a vivere questa straordinaria esperienza. Perché, come dice il salmista, «i cieli narrano la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento"».
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