venerdì 22 novembre 2019
Anche la grande stagione del graphic novel sembra passata, con l'affermazione di un genere nuovo tra letteratura e illustrazione e, come si amava dire, di un “fumetto adulto”; sì un genere nuovo bensì velocemente acquisito e “normalizzato” (commercializzato) nei suoi prodotti, sempre più di scuola anche se molto spesso di buona scuola. Ci sono ovviamente, come in cinema, in teatro, in letteratura le buone eccezioni, talvolta di talenti nuovi e talvolta di conferma di talenti della generazione degli anni novanta, e ci sono ancora case editrici molto esigenti, che sanno costruire un catalogo unendo passione a competenza. Una di queste è la Coconino Press, cui dobbiamo il nuovo album/romanzo di Gipi (un tempo GiPi, dalle iniziali del suo nome, Gianni Pacinotti). Non so quanto abbia giovato a questo grande talento del “romanzo a fumetti” passare dalla provincia toscana a Roma, una città che facilmente seduce e logora i talenti, ma il suo ultimo libro Momenti straordinari con applausi finti (pagine 168, euro 24,00) è certamente all'altezza dei precedenti (da Esterno Notte a La terra dei figli a Appunti per una storia di guerra), e con molto di nuovo. Gipi vi mescola con somma abilità bianco e nero e colore, rispetta le regole del fumetto (le strisce, le scansioni) ma coniugando stavolta una storia di guerra a fondo fantascientifico e una storia che più privata non si può: quella di un entertainer comico (parafrasi del suo ruolo sociale oggi, con qualche spunto autocritico, non abbastanza scavato, insistito) la cui madre sta morendo. Questo confronto mette in moto sogni e ricordi, in una sorta di Otto e mezzo felliniano dove però romanzo, anzi piu forme del romanzo, più generi, e l'autobiografia non si fondono ma si alternano e sovrappongono, con passaggi arditi e convincenti, e con un controllo degli innesti e degli incroci tra i generi invero magistrale. Questa sorta di autoanalisi a più piani, su una base che si direbbe più junghiana che freudiana, convince e dà senso al libro per una sincerità evidente e sofferta – ché la morte di una madre non è cosa su cui si possa giocare e giostrare... Insomma, nonostante Roma e i suoi inganni, cui forse ha troppo concesso, Gipi è riuscito ancora una volta a darci un grande graphic novel, che meriterebbe quello Strega al quale già una volta è stato candidato dopo che, a New York, il maestro americano del graphic novel Art Spiegelman aveva vinto un Pulitzer grazie al formidabile capostipite Maus.
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