Il compleanno della Laudato si' e due diversi segni dei tempi
venerdì 24 giugno 2016
Se non si conta l'anticipazione che fu offerta da “l'Espresso” (e sanzionata dalla Sala Stampa vaticana), il primo anniversario della pubblicazione dell'enciclica Laudato si' è stato celebrato il 18 giugno scorso. Tra le feste di compleanno che la Rete le ha preparato, me ne sono annotate alcune di particolarmente significative, perché mi pare che possano rientrare nella categoria dei “segni dei tempi”.Segno piccolo ma indicatore del servizio che l'ambiente digitale può rendere alla diffusione del magistero, specie in materia sociale, è il sito laudatosi.va. Praticamente una dependance di quello del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, e tuttavia ricco della documentazione, in cinque lingue, prodotta nei dintorni della pubblicazione dell'enciclica o anche a qualche tempo di distanza, ma comunque, almeno per ora, afferente alle attività della Santa Sede e in particolare di questo dicastero, che è quello “competente in materia”.Segno grande, perché corrobora la sollecitudine sociale che ha guidato il Papa nello stendere il documento facendo sapere che a qualcuno è costata il martirio, è il servizio che, sul sito di “Mondo e Missione” ( tinyurl.com/gryawzr ) e sul numero cartaceo di giugno, Giorgio Bernardelli ha dedicato agli «Uccisi nell'anno della Laudato si'»: «Uomini e donne che proprio in questi dodici mesi hanno pagato con la vita il loro impegno per una difesa dell'ambiente che è anche difesa delle popolazioni più povere che lo abitano».Nel dibattito che continua ad accompagnare, specie sulla Rete, l'enciclica sulla cura della casa comune, e più in generale nell'armamentario critico più frequentemente imbracciato nei confronti di papa Francesco, è compreso il luogo comune che questo documento insegni soprattutto a dividere i rifiuti di plastica da quelli di carta a chiudere i rubinetti mentre ci si lava i denti. Non pare che sia solo per una di queste buone pratiche che Berta Cáceres e gli altri meno noti di cui il servizio narra sono morti. Piuttosto, la loro morte è un segno – non l'unico – di quanto quel magistero sia esigente.
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