venerdì 18 ottobre 2002
Devi sapere che il simbolo dell'evangelista Luca, patrono dei pittori, è il bue. È giusto: bisogna avere la pazienza di un bue se si vuole dipingere. Nel giorno dedicato a san Luca, che la tradizione ha fatto diventare pittore (in realtà egli era medico, stando a quanto si legge in Colossesi 4, 14), siamo ricorsi a un artista celebre. Le parole citate fanno parte di una lettera scritta da Vincent Van Gogh (1853-1890) al fratello Theo e sono una netta smentita di tutti i "pittori della domenica", convinti che l'arte sia un sacro fuoco che consuma senza richiedere esercizio severo, studio, impegno e pazienza. L'immagine simbolica, che la tradizione ha attribuito al terzo evangelista sulla scia dei quattro animali dell'Apocalisse (4, 7), è quella del vitello o del toro che evocano i sacrifici del tempio di Gerusalemme coi quali si apre il Vangelo lucano (Zaccaria, padre del Battista, è sacerdote del tempio). Van Gogh opta per il bue e introduce, così, la pazienza, una virtù necessaria a tutti
e sempre sminuita se non disprezzata, perché si vuole avere tutto e subito e non si riesce a tollerare il minimo intralcio nella vita. In verità, la pazienza è la legge stessa della natura: non è forse vero che per fare un figlio ci vogliono nove mesi e per i prodotti della terra bisogna attendere il fluire delle stagioni? Non è forse vero che per imparare un mestiere o una lingua è necessario passare ore nello studio e nell'addestramento? Aveva ragione Leopardi quando nello Zibaldone scriveva: «La pazienza è la più eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d'eroico».
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