I teologi pop proliferano in Rete guidati dallo spirito del Natale
mercoledì 30 dicembre 2020
Che la Rete sia un luogo adatto alla proliferazione della teologia e dei teologi pop, o aspiranti tali, è cosa che non ha bisogno di spiegazioni. Il fenomeno si è fatto più intenso in questo tempo natalizio, non solo per il maggior tempo che i cultori della materia hanno avuto per guardare, leggere, riflettere e scrivere, ma certo anche per la particolare disposizione d'animo che caratterizza questo tempo e che, da Dickens in poi, chiamiamo «lo spirito del Natale». Anche se il Natale pare non c'entri, come quando, su “Vino Nuovo” ( bit.ly/3mX9VF5 ) Roberto Piredda consiglia di guardarsi su Netflix la serie televisiva “La regina degli scacchi” e seguire la protagonista fino alla «redenzione», quando cioè comprenderà che «la sua storia, così carica di dolore, è stata comunque attraversata dalla luce di un amore gratuito, che lei non è mai riuscita a vedere pienamente». O come quando, su “Mienmiuaif” ( bit.ly/34UTv9Z ), ripreso da “Aleteia”, Giuseppe Signorin non esita a definire «in qualche modo cristiana» l'ultima canzone di Morgan, “Il senso delle cose”, in cui il cantautore «non dà colpa agli altri ma a sé stesso» delle sue sconfitte, pronunciando «una confessione». L'ispirazione natalizia si fa più esplicita su “Breviarium” ( bit.ly/34SZRGQ ), dove Giovanni Marcotullio condivide una riflessione di Claudia Cassano che, descrivendo i Natali di Harry Potter, mostra come in essi il protagonista, ogni volta, sceglie l'amore, che «viene alla luce in scelte e gesti concreti», che si fa «così umano, tangibile e reale», che si incarna: come il Natale ci annuncia. Infine, su “Cattonerd” ( bit.ly/2Jtve3t ), ecco un'entusiasta Debby Pac spendere assai pertinenti citazioni bibliche per il film “Klaus”: «Divertente, commovente, magistralmente sceneggiato, disegnato e animato», racconta un'ipotesi tutta immanente sull'origine di Babbo Natale, che fa a meno non solo di san Nicola, ma anche di magie ed elfi, e tuttavia descrive molto bene cosa accade «a seguire quella brezza leggera che ci fa fare cose sorprendenti».
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