Gli emozionanti Vespri di Pasqua nella Notre-Dame del XIII secolo
domenica 24 aprile 2011
Si respira un'aria di grande festa, contagiosa ma nel contempo composta, tra le ventidue tracce del disco intitolato Surrexit Christus: è l'atmosfera di serena letizia con cui viene idealmente ricostruita la celebrazione dei Vespri e della Processione di Pasqua come si sarebbe potuta svolgere nella Cattedrale di Notre-Dame di Parigi in epoca medievale (cd pubblicato da Hortus e distribuito da Codaex).
Il repertorio di riferimento è principalmente quello della tradizione gregoriana, al fianco del quale trovano spazio alcuni brani polifonici riconducibili alla cosiddetta Scuola di Notre-Dame, così chiamata proprio perché all'ombra della cattedrale parigina tra XII e XIII secolo si iniziarono a concepire e a codificare composizioni a più voci di dimensioni e complessità strutturali allora inaudite.
L'idea del direttore Sylvain Dieudonné e del gruppo corale Maîtrise Notre-Dame de Paris è appunto quello di inserire queste pagine nel contesto naturale per cui sono state pensate, e cioè il più rigoroso ambito liturgico; antifone, salmi e responsori monodici si intervallano così a canti processionali e mottetti polifonici per offrire un'idea completa della ricchezza, della varietà e della bellezza armoniosa con cui la Chiesa commemorava la vittoria di Gesù sulla morte, svelando l'impronta maggiormente riflessiva e metafisica di musiche di forte impatto e suggestione (come dimostrano la ieraticità del monumentale organum a tre voci Hec dies e il fascino incantatorio dello splendido Alleluia).
Ma il contegno e la solennità della liturgia pasquale celebrata tra le navate gotiche della cattedrale sembra essere momentaneamente "disturbata" dalle due brevi incursioni quasi profane che incorniciano l'album; all'inizio e alla conclusione del disco risuonano infatti due trascinanti rondeau (Christo psallat e Vetus purgans), che aprono idealmente le porte della chiesa per lasciare entrare l'eco proveniente dalle strade e dalle piazze circostanti, dove finalmente si libera tutta la gioia del popolo che saluta l'annuncio della resurrezione del Salvatore con canti e balli: autentica testimonianza della dimensione unitaria con cui l'uomo medievale concepiva la propria esistenza e viveva il messaggio di salvezza del Cristianesimo.
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