venerdì 22 giugno 2018
Escono contemporaneamente due libri diversissimi tra loro ma che ai miei occhi hanno molto in comune: il Cesare (sottinteso Garboli, di cui in copertina c'è un bel ritratto scattato da Corrado Stajano nel 1989) di Rosetta Loy, Einaudi, e La Matana de Po, delle edizioni salentine Kurumuny, storia di un documentario bellissimo e dimenticato di Danilo Montaldi - il cui dvd è accluso al libro - che vediamo ridente in bicicletta sulla copertina, e che è stato scritto da suo figlio Nikolas, ottimo studioso di cinema tra Italia, Germania e Olanda. Il libro di Rosetta Loy, che è stata molto vicina a Garboli, è la storia di un rapporto ma anche, tramite le ampie citazioni da scritti e da lettere, un ritratto a tutto tondo di una personalità affascinante; quello di Nikolas Montaldi è la storia di una piccola impresa, un film sulla povera, coraggiosa e bizzarra umanità che viveva sulle rive del Po, che fu possibile realizzare grazie all'amicizia tra uno scrittore occasionalmente regista e un produttore intelligente e partecipe, Mario Gallo. Hanno in comune il racconto di due personaggi straordinari e "irregolari" nella storia della nostra cultura, il primo un grande critico letterario, ma anche un acuto osservatore della nostra società e delle sue storture (acutissime quanto quelle di Sciascia le sue osservazioni, per esempio, sul delitto Moro e le sue conseguenze), il secondo grande studioso e militante politico bensì sui generis, che a me, che l'ho conosciuto e amato così come ho conosciuto e amato Cesare Garboli, ha offerto un modello difficile da seguire, e tuttavia esemplare per l'autonomia del giudizio e per la fedeltà a dei principi. Per entrambi la curiosità era una grande dote, insieme alla concretezza che essa comporta: guardare al mondo attraverso, il primo, gli scrittori e i poeti reali e non soltanto le loro opere; e, il secondo, la sua parte più resistente e "illetterata", con le biografie amorosamente raccolte delle Autobiografie della leggera e dei Militanti politici di base. Uno strano confronto può derivarne, tra gli scrittori amati e narrati da Garboli (la Morante e la Ginzburg, Soldati e Penna, Pascoli e Delfini eccetera), e i lumpen e i militanti di Montaldi, forti personalità in entrambi i casi, rigorose nell'accogliere in modo adulto il proprio destino. Sono due atti d'amore, questi libri, limpido appassionante diretto quello di Rosetta Loy per il suo compagno, pudico e indiretto quello di Nikolas per suo padre. Era davvero bello, un tempo, poter incontrare e venerare persone come Garboli e come Montaldi, veri maestri, ed è triste guardare cosa siamo diventati, cos'è diventata oggi l'intellighenzia italiana.
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