venerdì 14 gennaio 2011
La nostra democrazia è minata. E i nostri rappresentanti mi fanno l'effetto di minatori incoscienti che si mettono a fumare sigarette in una miniera piena di grisou.

Sarà un genere letterario parlare male dei politici, ma bisogna riconoscere che essi fanno di tutto per meritarselo. Mai come ai nostri giorni è confermato " soprattutto in Italia " il sospetto dello scrittore inglese Robert L. Stevenson (sì, quello del dottor Jekyll e di mister Hyde"), secondo il quale «la politica è l'unica professione per la quale non si considera necessaria nessuna preparazione specifica». Ma il filosofo Norberto Bobbio (1909-2004), nella lettera da noi citata, indirizzata nel 1964 allo storico Tamburrano, aggiungeva un aspetto ulteriore: il rischio che fa correre a un'intera nazione l'impreparazione, la superficialità, l'incoscienza di una certa classe politica. E a proposito di fumo, vorrei citare qui le parole sferzanti di Indro Montanelli: «Strano paese il nostro. Colpisce i venditori abusivi di sigarette ma premia i venditori di fumo».
E continuava: «Abbiamo un debole per i governanti che dicono quello che pensano. Solo vorremmo che ogni tanto pensassero a quello che dicono». Detto questo, però, desidero affidare a tutti voi una riflessione antitetica, proposta da un politico ben diverso, Giorgio La Pira (1904-1977): «Non si dica quella solita frase poco seria: la politica è una cosa brutta! No: l'impegno politico è un impegno di umanità e di santità; è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera e di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità». E se è vero che ogni nazione ha i governanti che si merita, forse è il caso che l'onestà, il rigore, la preparazione, la serietà, la giustizia si affermino prima di tutto a partire dal basso.
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