mercoledì 23 novembre 2011
La differenza culturale tra i francesi e gli spagnoli è che noi spagnoli sappiamo tutto della Francia, e i francesi non sanno nulla della Spagna.
Quando due inglesi si incontrano, il loro primo argomento di conversazione è il tempo.
Gli italiani, questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati…

Certo, esiste un'Europa unita, ma il suo limite e la sua bellezza sono quelli di essere come un mosaico multicolore che ciascuna nazione imposta nel suo spazio a suo modo con genialità e originalità. Abbiamo, così, voluto convocare oggi alcuni di questi popoli con la loro ironia che attinge a verità più intime e radicate. Il regista spagnolo Luis Buñuel nella prima citazione sbertuccia bonariamente la grandeur francese un po' sussiegosa e spocchiosa. È poi la volta dello scrittore settecentesco Samuel Johnson che irride la vacuità e la piattezza della conversazione durante il tè o nei club. Infine il nostro Ennio Flaiano, sempre sferzante, bolla l'eterno vizio italiano della raccomandazione secondo la tradizionale bandiera del "tengo famiglia".
In realtà, vizi e virtù - sarà frutto anche questo della globalizzazione - stanno sempre più uniformandosi, stingendo quei colori che rendevano così policromo e vario il mosaico europeo. Permangono, certo, le lingue, sulle quali però si sta stendendo una patina grigia di inglese approssimativo; sussistono le tradizioni locali che cercano di conservare le loro identità un po' ammaccate. Ora, però, altri popoli lontani bussano alle nostre frontiere e alle porte delle nostre case. È, allora, importante conservare due grandi valori: il proprio volto culturale e spirituale, ossia le nostre radici identitarie, ma anche lo spirito di apertura, fatto di accoglienza e dialogo, che è l'imprinting della grande tradizione cristiana europea.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: