sabato 26 marzo 2011
Non di rado le ragioni per cui ci si astiene dai delitti sono più vergognose e più segrete dei delitti stessi.

Erba, Garlasco, Novi Ligure": sono cittadine che conosco e che ho attraversato più di una volta; eppure a me, come penso a voi che mi leggete, sono ormai connotate per i loro clamorosi ed efferati delitti. Oggi vorrei porre l'attenzione proprio su questa realtà così tragicamente umana, il crimine, e lo faccio con una frase di quella raccolta interessante di appunti che è il Tel quel («Tal quale») dello scrittore francese Paul Valéry (1871-1945). Ora, non è solo la psicanalisi ad averci insegnato che esistono delitti fatti col pensiero e, per fortuna, mai messi in azione. Sappiamo, infatti, per esperienza comune che qualche volta ci ha lambito il cervello o la fantasia il desiderio di colpire una persona
che detestiamo. La tentazione di cullarci in queste immaginazioni perverse " anche se talora può essere un benefico sostituto dell'atto malvagio " è però rischiosa perché diventa un secernere il fiele dell'odio.
Deve, allora, essere tenuto sempre vigile un senso di colpa anche per questi pensieri «vergognosi e segreti» perché " per usare l'espressione di un altro scrittore francese, Georges Bernanos " essi sono «come una sorta di mulinello che attira inesorabilmente verso il suo centro e del quale nessuno può essere sempre certo della forza o dell'esito». Una volta ci si ricordava di confessare i peccati che si commettevano in «pensieri, parole, opere e omissioni». Ebbene, sorvegliare fantasticherie, emozioni, orientamenti, pulsioni è una scelta necessaria prima che quel «mulinello» " anche solo per inerzia o in un atto inconsapevole " ci trituri la volontà
e ci travolga. Similmente la purificazione del pensiero e dell'intenzione è decisiva per il controllo delle azioni.
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