D’Amico, di nuovo c’è solo l’ «uovo»
sabato 29 ottobre 2022
In Che c’è di nuovo c’è l’uovo: appare al posto della prima «o» del titolo, è ripetuto nella sigla e compare in alcuni elementi dello studio di Rai 2 che da giovedì in prima serata ospita il programma d’approfondimento giornalistico ideato da Alessandro Sortino e condotto da Ilaria D’Amico. L’uovo è da sempre simbolo di vita e di nascita, quindi di novità. Sarà per questo che è stato scelto dagli autori di Che c’è di nuovo, che nel titolo hanno optato appunto per l’affermazione eliminando l’interrogativo. Ciò detto, al termine della prima puntata, concedendo l’attenuante del necessario rodaggio per un programma in diretta che si protrae per oltre due ore e mezzo al netto della pubblicità, l’impressione è che le novità, che pure ci sono, si siano perse nel complicato mix tra i vari momenti di un format che prevede reportage, monologhi in forma di editoriali o di piccoli comizi, interviste e dibattito in studio con quella che viene definita (non si sa perché) una sorta di giuria composta da Gerardo Greco, Stefano Zurlo, Valentina Petrini e Francesco Giubilei. Molto bene, ad esempio, il primo reportage sulla guerra vista dalla Russia. Risultati alterni per i «comizi» dove appare evidente la padronanza o meno della situazione non certo invidiabile del monologo in diretta (tra i più sciolti è apparso il francescano Paolo Benanti, che ha parlato addirittura di algoretica). Molto meno bene l’intervista al segretario della Cgil, Maurizio Landini (tra l’altro sempre poco televisivo), a cui la conduttrice non è riuscita a tenere testa, anche se questo non mette in discussione la sua professionalità, casomai il suo modo di presentarsi più da show serale che da programma giornalistico, cosa che non si attenua nemmeno con l’informale sedersi sulle scale per parlare con alcuni degli ospiti. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: