Cracco non è Soldati Dinner club non sazia
sabato 25 febbraio 2023
Il viaggio enogastronomico in giro per l’Italia è un po’ un ritorno alle origini della tv, a quel primo reportage realizzato da Mario Soldati nel lontano 1957 con la convinzione che il modo più semplice di viaggiare è mangiare. Nella cucina c’è tutto e nel modo di cucinare c’è la tradizione di un popolo. I tempi sono cambiati, la tv è cambiata, adesso è piena di cosiddetti cooking show per cui non è possibile inventarsi qualcosa di nuovo. Tanto vale tornare al passato e riadattare il vecchio. È così che Dinner club, il programma condotto da Carlo Cracco di cui sulla piattaforma di Prime Video è da ieri disponibile l’intera seconda stagione, propone un viaggio alla ricerca di cibi genuini con lo chef stellato che si porta con sé, uno per volta, quattro personaggi del cinema e della tv: in questa stagione Antonio Albanese, Paola Cortellesi, Luca Zingaretti e Marco Giallini che, nell’ordine, sono stati in Sud Tirolo, Calabria, Romagna e Sicilia. Al loro ritorno, dopo aver imparato ricette tradizionali e scoperto prodotti tipici, si ritrovano a cena nel Dinner club appunto, cucinando per gli altri tre e per le «commentatrici» Sabrina Ferilli e Luciana Littizzetto, assistiti da Cracco (ormai, come molti suoi colleghi, più uomo di spettacolo che cuoco). Non c’è gara. La cena è un pretesto per fare intrattenimento, ma non tutti i commensali risultano simpatici allo stesso modo e le battute non sempre funzionano. Molto meglio la prima parte con i singoli attori alle prese con situazioni anche anomale. Zingaretti, ad esempio, nella movimentata riviera romagnola finisce a dormire in un convento di suore dopo una cena in refettorio a base di Spoja lorda, tipica minestra imbottita che nelle abitudini monastiche risolve il pasto serale, ma sicuramente non sazia il Montalbano televisivo. © riproduzione riservata
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