mercoledì 23 ottobre 2019
Si chiamano Cuoche Combattenti: la speranza è che debbano combattere sempre meno e cucinare sempre di più.
Nicoletta C., palermitana vittima di violenza domestica è uscita dall'inferno con il sostegno di un centro di aiuto, e ha ricominciato a desiderare.
Per la precisione a vagheggiare confetture di prugne, cipolle rosse, conserve di melanzane e altre cose meravigliose. Ce l'ha fatta grazie al microcredito di Banca Etica e al piccolo finanziamento di D.i.R.E (Donne in Rete contro la Violenza). Con altre che hanno passato i suoi stessi guai ha finalmente inaugurato laboratorio e bottega (Palermo, piazza Generale Cascino 11: andateci!).
La storia di Nicoletta me ne fa venire in mente un'altra, quella della giudice americana, Rosemary Aquilina. Che dopo aver condannato duramente un medico sportivo che aveva abusato di quasi 200 giovanissime atlete, ha incoraggiato le ragazze a dimenticare e a distrarsi dalle violenze per tornare nel mondo a fare le loro "cose meravigliose".
Mi è sembrato un programma per tutte: non lasciarsi ipnotizzare dalla scena delle violenze e delle ingiustizie che subiamo, non permettere che la paura e la rabbia ci paralizzino.
Riconnetterci ai desideri, mettere le energie al lavoro per realizzarli. Essere libere subito.
Devo proprio assaggiarle, quelle confetture.
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