Chi sperava in un campionato con finale a sorpresa del “mucchio selvaggio” al 21° turno si deve già arrendere. Si torna al one to one, almeno in classifica. Da Bergamo un verdetto importante, quella stessa Atalanta che all’andata diede lezione di calcio al Napoli adesso deve andare a ripetizione dagli azzurri di Antonio Conte che si prendono partita (dopo un pirotecnico 2-3) e primato assoluto del torneo, volano a più 7. I 50 punti del Napoli sono il frutto di una sagacia tattica consolidata, quella del tecnico salentino che al primo mandato in un nuovo club non sbaglia mai. Conte beneficia dell’eredità di Spalletti ma ci sta mettendo del suo e può contare su orchestrali affiatati: il metronomo Lobotka, il redivivo (lo ha letteralmente rigenerato) e debordante Anguissa, un Neres in formato Garrincha e poi il suo pupillone, bomber Lukaku che fa a sportellate per tutto il tempo e ti azzecca anche il gol vittoria allo scadere che fa sbiancare Gasperini. Il buon Gasperson con la sua Atalanta da corsa ci aveva fatto immaginare uno scudetto che tornava in provincia 40 anni dopo il Verona di Bagnoli, ma forse i tempi non sono ancora maturi. La vera sfida tricolore è quella tra il Napoli e l’Inter. I nerazzurri campioni d’Italia archiviano la pratica Empoli e salgono a soli 3 punti dalla vetta, con una partita da recuperare. Il match con la Fiorentina che, tranne Kean che marca con regolarità impressionante (12 reti),
sta vivendo un momento di appannamento sfilandosi un po’ dal gruppo selvaggio che aveva animato l’andata. Quel gruppo in cui volava la Lazio di Baroni che comunque è tornata alla vittoria a Verona, ma per il 4° posto che vale la Champions deve guardarsi dalla Juventus che placa la pareggite vincendo e convincendo contro il surrealistico Milan. “Macho” Conceiçao (le sue uscite sessiste fanno più diiscutere delle alchimie tattiche) rimprovera Leao e soci di «non avere fame» e del resto con gli ingaggi che circolano a Milanello la fame è l’ultimo dei problemi. I rossoneri sono ancora in corsa per un piazzamento Champions ma a loro volta devono tenere a bada la concorrenza di Lazio, Juve, Fiorentina e anche di quel Bologna di Italiano che è in scalata libera e si segnala come la formazione più in forma del momento. Assieme alla Roma del sor Claudio Ranieri. Non avevamo dubbi sull’effetto “aggiustatore” che avrebbe apportato a Trigoria il divo Claudio, il quale vive la Roma come la sua seconda famiglia e ci mette esperienza ma soprattutto tanto amore nell’allenarla. E tutto questo è arrivato al faro Dybala che illumina una squadra che senza la falsa partenza non avrebbe un ritardo di 9 punti dai cugini laziali e sarebbe una squadra faraonica, come il suo El Shaarawy che si merita gli elogi del Maestro di Testaccio: «Stefano è un ragazzo eccezionale, è stato spesso in panchina senza fare un fiato». Poche parole e molti fatti, conoscenza e riconoscenza, questo è lo stile Ranieri e di quelli che nobilitano ancora il gioco del pallone.
© riproduzione riservata

© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: