martedì 29 agosto 2006
Nessuno accetta consigli, ma tutti sono pronti ad accettare denaro. Non c"è dubbio, allora, che il denaro valga più dei consigli.Una decina di giorni fa ho parlato della difficoltà che si ha a trovare un consigliere sincero e saggio: al massimo si può avere un consulente fiscale che esige di essere pagato. Ebbene, mi è venuta in mente successivamente una frase che avevo letto da qualche parte e che ho ritrovato e che propongo oggi. È di un celebre scrittore inglese vissuto a Dublino, Jonathan Swift, l"autore dei Viaggi di Gulliver. Come spesso si scopre nelle sue pagine, egli - che era anche pastore anglicano - amava insaporire i suoi scritti con la spezia dell"ironia, della parodia e della polemica. È il caso del detto oggi citato, che registra una situazione perenne dell"umanità.Non è raro il caso di chi la prende alla larga, chiedendo apparentemente suggerimenti o informazioni, ma approdando progressivamente verso la ben più rassicurante e concreta petizione di denaro. È questa una delle umiliazioni a cui va incontro il rapporto tra le persone, un rapporto che si è sfilacciato in questi ultimi tempi, inclini a un"immediatezza piuttosto brutale e a un realismo sfacciato. Certo è che il voler dare consigli in buona fede è una scelta abbastanza perdente. È ciò che già lamentava quel famoso scrittore moralista che è La Rochefoucauld il quale nelle sue Massime osservava sarcasticamente che «i vecchi si compiacciono di dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi esempi». Eppure l"assenza di veri sapienti e maestri è grave. Lo diceva già il profeta Isaia: «Guardai ma non c"era nessuno capace di consigliare, nessuno da interrogare per averne una risposta» (41, 28).
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