domenica 20 marzo 2022
Piazza Rynok, a Leopoli. Una bella piazza dove, ora che viene primavera, sarebbe normale bere il caffè ai tavolini all'aperto.
In una mattina di marzo invece la piazza è occupata da una schiera di passeggini, in file ordinate. Tantissimi. Ma, tutti vuoti. Sono 109, quanti i bambini uccisi finora nella guerra in Ucraina.
L'immagine sul web è una cartolina scritta a noi, l'Occidente: “109 dei nostri figli sono morti. Erano uguali, sapete, ai vostri, avevano le guance rosa e gli occhi pieni di stupore e meraviglia. Avevano quelle piccolissime mani che ci si commuove a guardare, nella loro perfezione; e chi andava per casa a gattoni, chi già si alzava in piedi, fiero. Oppure camminavano, e correvano, i loro piccoli passi veloci come un trottare leggero nelle stanze. Seduti nel seggiolone spalancavano la bocca al cucchiaio, “Ahhmm, mangia, che diventi grande!”, dicevano le mamme.
No. Non diventeranno grandi. Alcuni, sereni, in pace, parevano solo addormentati. Seppellirli? Assurdo, pareva che a momenti si sarebbero svegliati. Questi sono i loro passeggini, vedete. Tutti vuoti. Ricordatevi dei nostri bambini perduti, voi d'Occidente. Aiutateci. Siate in fianco a noi”.
Un pugno allo stomaco, la cartolina da Leopoli. La sorte dell'Ucraina vi riguarda, grida. E ci torna in mente, quando la sera guardiamo i nostri bambini addormentati, angelici. Ma, loro, vivi.
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