mercoledì 26 aprile 2017
Quest'anno le prime rondini le ho sentite a Siracusa. Arrivano prima, in quel lembo estremo d'Europa, per continuare nel loro misterioso viaggio verso nord. Un garrito alto e nitido ha disegnato la cupola del cielo verso le otto del mattino: è fatta, ho pensato, sorpresa dal mio sentimento di sorpresa.
La primavera arriva sempre, presto o tardi. Le gemme dell'ortensia a gennaio, i primi crochi, i giardini di marzo, la fiacchezza e i pollini. Eppure ci coglie sempre alla sprovvista.
Le buone notizie esistono ma non siamo mai pronti ad accoglierle e fare loro la pubblicità che meritano. La loro voce è flebile.
Se c'è un motto che detesto è no news-good news.
Ho sempre pensato, forse mi illudo, che in un mondo più femminile e meno maschile le cose belle e buone che capitano le avremmo sempre in prima pagina.
È raro, in verità, imbattersi in qualcosa di assolutamente buono. Gran parte del lavoro tocca a noi. Prendi una qualunque cosa che capita e cerchi di vederne la parte buona, la strizzi e la torci per estrarre il buon succo che c'è. E c'è sempre, lo insegna Etty Hillesum.
Ma la vera buona notizia è che è anche più raro imbattersi in qualcosa di assolutamente cattivo. Si deve avere la pazienza di guardare ogni cosa da vicino e colluttarci amorosamente, come si fa con un bambino riottoso.
Dipende in grande parte da noi.
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