Boca-River, viva il fairplay Da noi si umilia con il 31-0
sabato 29 ottobre 2022
Il fairplay finanziario nel calcio se non agonizza sta sicuramente molto male (vedi il “caso Juventus” e i suoi 16 indagati). Mentre il fairplay da stadio, di solito infangato dal razzismo, dall’antisemitismo e dalla brutale violenza ultrà, per una volta fa gridare al “miracolo”. La rivalità tra le tifoserie di Boca Juniors e River Plate travalica da sempre i confini dell’Argentina, e le storie di risse e aggressioni mortali avvenute nei decenni tra le opposte fazioni (distinte anche per censo: i poveri migranti genovesi della Boca e i “Milionarios” del River) dei rispettivi club di Buenos Aires fanno impallidire persino le peggiori orde balorde dei nostri campanili italici. Neanche un rigore spiazzante della grande anima “Xeinezes” Diego Armando Maradona avrebbe strabiliato così tanto la Bombonera, il tempio laico del Boca, quando si è alzato al cielo di Baires il grido «Grazie River!». Grazie alla vittoria del River Plate sul campo del Racing Avellaneda, il Boca Juniors ha conquistato il suo 35° titolo nazionale. Classifica finale: Boca 52 punti, Avellaneda 50. Un trionfo che è stato reso possibile solo grazie al River. E così, almeno per un giorno, anche la frangia più estrema del Boca ha deposto le asce e posto fine a sfottò e ad antichi livori, riportando al centro del villaggio la sportività dei tifosi e il riconoscimento del valore degli avversari. I nemici storici del “Superclasico” hanno rispettato fino in fondo il fairplay giocando per vincere, pur sapendo che questo avrebbe garantito il titolo agli acerrimi rivali del Boca. Qualcuno divulghi questa storia ai giovani calciatori e ai dirigenti dell’Affrico, perchè da quelle parti c’è bisogno di un ripasso dell’etica sportiva. Nel campionato Giovanissimi B la partita Affrico-Virtus Firenze è terminata con un umiliante 31-0. Una punizione per i ragazzi, classe 2009, della Virtus che fa seguito a quella subita contro il Floria Belmonte Grassina che si si era limitato, sì fa per dire, a un altrettanto offensivo 19-0. La questione da sportiva è diventata politica. Nel Consiglio comunale fiorentino il presidente della commissione cultura e sport Fabio Giorgetti è intervenuto per dire giustamente che «un risultato così, come il 31-0, cela tanti errori. Sbaglia chi non spiega che in una partita, o in una competizione di qualsiasi sport, si vince ma non si umilia l’avversario». Ma alcuni dirigenti dell’Affrico non la pensano affatto come Giorgetti e probabilmente ignorano cosa c’è dietro il lodevole progetto inclusivo della Virtus Firenze. «Abbiamo costruito la nostra squadra prendendo i ragazzi che le altre società avevano scartato
– spiega il mister della Virtus Ciro Carotti –. Il nostro è soprattutto un fine sociale per togliere i ragazzi dalla strada e farli giocare con spirito di amicizia e di aggregazione». Ecco, amicizia e aggregazione, due parole fondanti del nobile fairplay, da recuperare immediatamente, come fosse un pallone uscito dal campo. © riproduzione riservata
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