Atroce politica e grande letteratura
venerdì 18 marzo 2022
Ieri, svegliandomi all'improvviso alle cinque del mattino come se stessi uscendo da un sogno, ho ricordato che cosa la letteratura russa ha significato per l'Europa, per l'Occidente e infine per il mondo. Ho pensato all'infelicità politica dei russi negli ultimi due secoli e a quanto i loro più grandi scrittori, Tolstoj e Dostoevskij, ci hanno dato con i supremi capolavori del romanzo moderno, Guerra e pace e I fratelli Karamazov. Allora ho sentito subito il bisogno di rivedere le conclusioni di quegli indimenticabili libri sui sentimenti e sul destino degli esseri umani. Due grandissimi romanzieri profondamente cristiani, proprio in questo rivoluzionari, ma che proprio la rivoluzione russa ha poi atrocemente tradito. Volevo ricordare come quelle storie vanno a finire, con quali frasi e messaggi. In Guerra e pace con la sciagurata invasione francese della Russia fino all'incendio di Mosca, la guerra e la guerriglia russa contro il perverso genio bellico Napoleone alla fine sconfitto dalla sua stessa vanagloriosa tracotanza e imprevidenza. E poi le vicende dei tre protagonisti, il principe Andrej, il suo amico Pierre e l'amata Nataša. Mentre parla di Andrej pochi giorni prima della morte, Pierre ricorda così il suo orgoglioso, aristocratico amico: «Con tutte le forze dell'anima aveva sempre cercato una sola cosa: essere così perfettamente buono che certo non poteva temere la morte». E nelle riflessioni conclusive dello stesso Tolstoj si dice che gli storici non parlano del senso della Storia perché dovrebbero rispondere alla domanda essenziale: «che cos'è il potere?» e «con che forza» Napoleone ha fatto quello che ha fatto. Il finale dei Fratelli Karamazov ha come protagonista Alëša, il più giovane dei tre fratelli, il mite, il comprensivo con tutti e da tutti prediletto, che segue la vocazione di portare lo spirito di carità fuori del convento del suo maestro Padre Zosima. Nell'ultimo capitolo del romanzo Alëša parla a un gruppo di ragazzi quando uno di loro è morto: «Innanzitutto saremo buoni, quindi onesti e infine non ci dimenticheremo mai l'uno dell'altro... Vi do la mia parola, io non dimenticherò nessuno di voi... Non abbiate paura della vita!».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: