Amelia Rosselli e la sperimentazione nella tradizione della lingua del '900
sabato 27 ottobre 2012
Vedersi arrivare il Meridiano con L'opera poetica di Amelia Rosselli dà una certa emozione. Amelia Rosselli è fra i poeti più originali, drammatici e amati del secondo Novecento. Scrivere saggi critici su di lei non è facile. Ma leggerla è un'esperienza che rinnova l'idea di poesia rendendo fisicamente evidenti possibilità del linguaggio prima insospettate, soprattutto nella tradizione italiana.Gli esperimenti d'avanguardia nel Novecento non sono mancati e lei li conosceva: surrealismo, ermetismo, Joyce, Pound e Eliot, in Italia Campana e Montale. Ma né Luzi, né Zanzotto, né Sanguineti erano riusciti a renderecosì potente, così poco intenzionale, l'innovazione sintattica, ritmica, semantica.La poesia di Amelia Rosselli innova perché cerca la verità nella realtà. Ha tutta l'energia conoscitiva della prosa, con in più la concentrazione della poesia.Formalmente è una poesia antilirica: non riduce e non seleziona ma amplia la gamma espressiva, usando la lingua comune e creando una specie onirica e metafisica di realismo. Ma è anche una poesia sostanzialmente lirica: il suo tema è l'io nella sua prigione, analizzato e raccontato mentre cerca di conoscere la realtà, cerca di non fraintenderla e intanto la sogna, la disarticola, la rovescia, per tornare di nuovo ad analizzarla. Disse in un'intervista: «Non profetizzo il futuro, analizzo il presente».Ho incontrato Amelia Rosselli due volte, a distanza di molti anni. La ammiravo enormemente dopo aver letto le sue prime poesie pubblicate nel 1964 sul "Menabò". La vidi comparire all'inizio degli anni Settanta in certe riunioni poetiche organizzate in una libreria di via Ripetta da Renzo Paris, sembrava animata da un'euforia rivoluzionaria. L'ho rivista quando feci l'introduzione alle prose di Diario ottuso, uscito nel 1990. Ci incontravamo a piazza Navona e parlavamo, attenti e cauti entrambi. Mi colpirono la sua vulnerabilità e la sua concentrazione, il suo stato di allarme, il suo coraggio e la sua singolare bellezza. L'ho sempre amata, non ho mai smesso di leggerla, ho evitato di frequentarla.
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