venerdì 28 dicembre 2007
Ci sono degli amici che sono disposti a stare al vostro fianco fino all'ultima lira. La vostra, non la loro.
In una società dalle relazioni facili, sbrigative e superficiali, è sempre necessario ritornare sul tema dei rapporti interpersonali, da quelli familiari ai legami più ampi, come accade nell'amicizia. Su questo tema si potrebbero costruire intere antologie (e lo si è fatto) e si possono dire cose belle, a partire dalla stessa Bibbia che riferisce, tra l'altro, anche un detto proverbiale ancor oggi in vigore: «Chi trova un amico, trova un tesoro» (Siracide 6, 14). E a proposito di tesoro, ecco un ben diverso significato da assegnare al termine ed è ciò che viene sarcasticamente evocato nella battuta sopra citata del giornalista e scrittore Carlo Veneziani (1882-1950). Già Petronio, il noto scrittore latino del I secolo, nel suo celebre Satyricon scherzava sull'amicus ollaris, cioè «l'amico della pentola» e non è certo necessario aggiungere altro.
La vera amicizia è gratuita; se s'infiltra l'interesse, essa ben presto inaridisce. Un personaggio dell'Amleto di Shakespeare, Polonio, ad esempio ammonisce: «Non prendere a prestito da un amico e non prestare, perché spesso il prestito perde se stesso e l'amico!». La vera cartina di tornasole nell'amicizia è appunto l'assenza di calcoli, di vantaggi, di invidie. Purtroppo, però, non di rado si ha la possibilità di verificare il vero amico proprio quando vai male: chi, prima, ti era così vicino e affettuoso si rivela, allora, distante e lentamente sparisce dal tuo orizzonte. Il modo più genuino per avere un amico è essere amico dell'altro nella generosità, nella gioia dello stare insieme, nella libertà delle proprie scelte e idee che s'incrociano in dialogo sereno con quelle dell'amico.
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