venerdì 20 ottobre 2023
Papa Francesco insiste che non possiamo cogliere l’opportunità e le caratteristiche di una Chiesa in esperienza sinodale senza riferirle al suo autore: lo Spirito Santo. La Chiesa esiste perché esiste lo Spirito Santo. Questa, in effetti, è la garanzia data da Gesù: «Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). L’effusione della Pentecoste stabilisce così con chiarezza una sorta di sincronicità ontologica tra la venuta dello Spirito Santo e l’agire della Chiesa. Ma lo Spirito Santo non è solo sincronico: molte volte arriva prima della Chiesa. Nella visione di Giaffa (At 10,9-17), per esempio, Pietro mostra quanto grande possa essere la resistenza ad aprirsi a una nuova visione promossa dallo Spirito, poiché noi restiamo incollati a vecchie categorie religiose e culturali qual era (ed è) quella del puro e impuro. Ma Pietro ode una voce dal cielo: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano» (At 10,15). E quando infine entrerà in casa del pagano Cornelio si renderà conto, con stupore, che lo Spirito Santo vi era già arrivato. Anche oggi, in tanti campi e situazioni, lo Spirito Santo precede la Chiesa. Pietro, in ogni caso, ci ha lasciato una lezione che deve rimanere. Non appena si accorse che lo Spirito era arrivato prima, egli cercò di mettere la Chiesa al passo con lo Spirito Santo. © riproduzione riservata
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