domenica 8 gennaio 2017
Perché stiamo qui accanto al presepio? Che cosa ci unisce gli uni agli altri in questa giostra di eterni bambini presso il Bambino divino che nasce? Che cos'è che ci avvicina, un anno dopo l'altro, a questa memoria, a questi riti che conosciamo già, ma che sentiamo non averci ancora detto tutto quel che hanno da dirci? Che cos'è questo mistero, e cosa apporta oggi alla nostra vita?
L'unica, valida ragione per stare qui è la seguente: abbiamo bisogno di un Salvatore. La nostra vita, l'esperienza che facciamo della nostra vita, a qualunque età, è questa: ognuno di noi necessita di essere salvato. Perché altrimenti la nostra vita è una incompiutezza, un'inquietudine e nulla più, una domanda orfana di risposta. E la nostra vita è un picchiare a una porta che resta chiusa, il grido a un cielo che non si apre, una traversata nella notte senza speranza di aurora.
Ci accostiamo al presepio, corriamo verso di esso come i pastori e i magi perché Dio ci ha dato un Salvatore. Questo Salvatore chiamato Gesù, che prende la nostra carne, che abbraccia la nostra condizione, che vive a partire dal nostro sangue e dalla nostra anima, che mette i piedi su questa terra, che assieme a essa vibra, che soffre, che vivrà a sua volta un'esistenza ferita. Che viene a salvarci.
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