Una voce chiama ad essere belle
Le tre di un sabato, esce di casa al Sempione una ragazzina esile, i capelli lunghi sulle spalle. 13, 14 anni
Le tre di un sabato, esce di casa al Sempione una ragazzina esile, i capelli lunghi sulle spalle. 13, 14 anni. Una ginnasiale che di sabato va in centro. Si è appena messa maldestramente il rossetto, forse guardandosi nello specchio dell’ascensore, e ora furtiva si passa il rimmel sulle ciglia. Sorrido. Mi ricordo: come fosse ieri. A 13 anni io ero alta, magra e pallida – sconfortante. Mi camuffavo in golfoni e jeans, cercando di scomparire. Mia madre invece, bionda, fine, era un’icona di femminilità - nonostante un lutto che l’aveva annientata. Eppure certi giorni ancora la mamma, allo specchio, si truccava. Gli occhi neri sottolineati con la matita erano ancora più grandi, la pelle candida splendeva. Il rossetto però era troppo scuro: come una ferita la bocca carminio, sul suo viso gentile. Io, accanto, la osservavo affascinata: un’altra la donna quella che, infilato il cappotto, usciva con le amiche. Il trucco, mi dicevo, produce una misteriosa metamorfosi. Oziosamente restavo a giocare con i pennelli, mettevo il rossetto, in fretta me lo toglievo: a 13anni, con quelle labbra parevo una bambina a Carnevale. Niente, la mia faccia infantile era ridicola anche col rimmel: nulla da fare.Quei pennelli però mi incuriosivano: perché, mi domandavo, si truccano le donne, e non gli uomini? Ancora tre anni e avrei capito l’ansia di essere belle che prende quasi tutte, nell’adolescenza. Qualcosa come un comando interiore: come sanno anche le femministe, se si ricordano, e se sono sincere. È la natura, che vuole mostrare la sua bellezza; la natura, nel suo tenace, silenzioso intento di continuare. La natura, del tutto ignara di anticoncezionali ed esigenze del Terzo Millennio, a quell’età preme, in un gioco incantato di specchi. La ragazzina al Sempione col rimmel fresco sulle ciglia prende di corsa, i capelli al vento, il 19 per il centro. Sorrido, intravedendo quasi l’ombra di un’altra, 16 anni, in loden, alla fermata del tram. I capelli anche lei al vento, e un’attesa, dentro, cui non sapeva dare un nome.
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