Educazione sessuale e femminicidi: cosa è successo con Valditara alla Camera

Il ministro attacca: «È stato detto che con il ddl impediremmo l'educazione sessuale nelle scuole, non è vero». Proteste delle opposizioni. FI: «Svelenire il clima»
November 12, 2025
Il ministro Giuseppe Valditara alla Camera
Il ministro Giuseppe Valditara alla Camera
«È stato detto che con questo disegno di legge impediremmo l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole, di informare i nostri giovani sui rischi delle malattia sessualmente trasmesse. È falso». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara intervenendo nell'aula della Camera sul provvedimento sul consenso informato. «È stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi, sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi. Vergognatevi, tutto questo non c'è in questa legge», ha aggiunto il ministro. Vive le proteste dell'opposizione dopo queste parole, con la bagarre scoppiata in aula. Valditara ha rivendicato «l'educazione alle relazioni, al rispetto e all'empatia, la vera affettività, il contrasto alla violenza di genere» svolta a scuola proprio per volontà del governo, scatenando urla e proteste. Diversi i deputati dell'opposizione che si sono alzati dalle proprie postazioni, con la presidente di turno Anna Ascani che li ha richiamati più volte al silenzio, a tenere toni congrui all'aula e a rimettersi seduti. 
«Il rispetto è dovuto. Tenga un contegno degno di un ministro, quel vergognatevi deve essere ritirato», ha detto il deputato dem Andrea Casu. «È un'offesa nei confronti di tutto il Parlamento», ha rincarato. «Le chiedo di richiamare il ministro», ha detto anche Marco Grimaldi di Avs rivolto alla vicepresidente. Che, poi, rivolto al titolare dell'Istruzione ha aggiunto: «Ministro, da ospite di questo Parlamento, non ci può dire di vergognarsi. Deve chiedere scusa o questo luogo diventerà impossibile. O chiede scusa a tutti noi o questa discussione si alzerà di tono». «Un disonore aver detto "vergognatevi" a parlamentari», ha affermato anche Andrea Quartini del M5s, secondo cui il ministro «dovrebbe ritirare quello che ha detto. Se non lo fa, noi prenderemo decisioni diverse». A ribattere al centrosinistra sono stati Simonetta Matone della Lega e Mauro Malaguti di FdI che hanno affermato: «Sono allibito, l'opposizione dice a noi e al governo di vergognarsi un giorno si e un giorno no. Sepolcri imbiancati». «Le mie erano affermazioni politiche legate all'accusa di non consentire la lotta contro i femminicidi. Ritengo affermazioni di questo tipo vergognose. Può darsi che non siano state fatte neanche qua in aula, ma io le ho sentite. Teniamo da parte il tema dei femminicidi e delle violenze di genere che ci vede alleati, dalla stessa parte», ha poi puntualizzato Valditara parlando ai deputati. «Contestualizziamo le mie affermazioni che non erano rivolte a nessuno di voi in particolare», ha aggiunto prima di andare via tra le proteste. Dopo la bagarre in Aula, a quanto si apprende, il titolare dell'Istruzione sarebbe stato intercettato dal capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli che, accompagnato da altri deputati, lo avrebbe invitato a dare un «contributo per svelenire il clima, riportando la discussione ai toni giusti».

Il divieto e il passo indietro

Lo scontro arriva dopo quello che è stato definito come un “passo indietro” del governo sul tema, cioè il via libera anche nelle scuole medie all'educazione alla sessualità. A patto che, così come per le superiori, i genitori firmino un consenso preventivo dopo essere stati informati sui temi che saranno affrontati e il materiale didattico che verrà utilizzato. Dopo molte riunioni della Commissione Cultura-Istruzione che da tempo stava esaminando il ddl Valditara sul consenso informato e che aveva approvato un testo in cui veniva sancito il divieto di insegnare nelle classi delle medie l'educazione sessuale, la correzione è arrivata infatti con un emendamento depositato dalla Lega lunedì che di fatto fa decadere il divieto stabilito per le medie, mentre è rimasto quello per le scuole dell'infanzia e per le elementari. L'approdo in Aula del provvedimento ha visto un fiorire di iniziative contrapposte. Pro Vita & Famiglia ha consegnato alla Camera 50mila firme della petizione con cui chiede una approvazione "urgente" del ddl e "la massima compattezza" al centrodestra su una norma "liberale e democratica". La Fondazione Una Nessuna Centomila ritiene invece una necessità introdurre un'educazione sessuo-affettiva "sistematica e inclusiva nelle scuole, in linea con gli standard internazionali definiti da Unesco e Oms". E la Fondazione, per colmare quello che considera un vuoto educativo e culturale, ha promosso la prima ricerca sul tema: "Educare all'affettività", i cui risultati sono anche pratici: il primo è un corso di alta formazione che partirà a gennaio all'Università Milano-Bicocca per l'educazione all'affettività e alla sessualità per insegnati, dirigenti scolastici ed educatori delle scuole "di ogni ordine e grado" spiegando che non si tratta soltanto di un lavoro scientifico ma di "un gesto politico e culturale". Così come un gesto politico è l'approvazione di una legge: dal 1975 a oggi, secondo la Fondazione, sono state oltre 34 le proposte di legge avanzate da schieramenti politici diversi. E nessuna di queste è mai passata.

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