«Una risposta seria all’antipolitica Lasciamoci mettere in discussione»
«Mi sembra il modo migliore di rispondere all’ondata di antipolitica che ha trovato oggi - ieri, ndr - in Della Valle il suo picco. A Todi si incontrano cattolici che, pur provenendo da esperienze diverse, si mettono insieme per aiutare il Paese. Suonano la sveglia a noi, ma anche a tanti altri settori della società civile che spesso si perdono in interessi particolaristici e non riescono a trovare unità su nulla». Il deputato del Pdl e vicepresidente della Camera Maurizio Lupi sembra quasi sollevato dall’iniziativa dell’associazionismo cattolico. «L’unica tentazione che dobbiamo rifuggire noi politici è metterci le mani sopra. Siamo di fronte ad un momento di elaborazione libera per il bene di tutti, stiamone alla larga e ne trarremo beneficio...». A suo avviso quale è il significato più profondo dell’iniziativa? Mette ordine nel rapporto tra società civile e politica. È la politica al servizio dei corpi sociali, e non viceversa. Sono le associazioni che ci danno linfa, idee e persone, non può essere la politica a fagocitare tutto. Un principio che spesso si perde nella pratica, e che invece qui viene ristabilito in modo chiaro.Cosa si aspetta? Un appello forte perché insieme si rimetta al centro la persona in modo concreto e non fittizio, realizzando sul terreno i principi di solidarietà e sussidiarietà che sono inscritti nella Dottrina sociale della Chiesa. Il nostro Paese ha nelle persone in carne e ossa la sua più grande risorsa, e spesso lo si dimentica. Ma c’è davvero spazio per il contributo dei cattolici in un sistema-Paese così lacerato? Il cardinale Bagnasco ha indicato una grande emergenza morale, che si traduce in una profonda emergenza educativa. E qui i credenti sono essenziali per radunare le migliori forze della società. E sul terreno stretto della politica? Io personalmente non vedo spazi per un partito dei cattolici, mi sembra fuori dal tempo. Credo invece che i credenti debbano lanciare una sfida insieme ai non credenti e ai rappresentanti di altre culture politiche per ridare dignità alla politica e trovare un terreno condiviso di valori. A cominciare dalla famiglia. Come politico cattolico in questo momento si sente più giudicato o sostenuto dal fermento del mondo associativo? Nella crisi attuale è per me un sollievo che la società torni a parlare: aiuta la politica a recuperare la dimensione dell’ascolto. Però non nego che mi sento anche giudicato, come è giusto che sia: è sempre necessario rimettersi in discussione.
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