«Se non c'è libero consenso è stupro», ecco la svolta bipartisan
Accordo alla Camera: stretta sul reato di violenza sessuale. Il ruolo di Meloni e Schlein. A giorni la legge con il passaggio in Aula a Montecitorio e poi a Palazzo Madama

Un lavorio lungo. Costruito dalla premier Giorgia Meloni e dalla leader del Pd Elly Schlein che sulla violenza di genere hanno sempre dato disponibilità a mettere da parte gli scontri che infuriano sugli altri temi politici. Un'intesa bipartisan per dare via alla riforma del reato di violenza sessuale. La svolta è in una manciata di parole che fanno titolo: «Se non c’è libero consenso, è stupro». Ecco la sostanza di un emendamento approvato sia da Fratelli d'Italia che dal Pd su cui si è costruito il patto che, nella tarda serata di ieri, in commissione Giustizia alla Camera, dà il via alla riforma del reato di violenza sessuale. L'emendamento, proposto dalle relatrici Michela Di Biase (Pd) e Carolina Varchi (Fdi), aggiorna la proposta di legge a prima firma Boldrini.
E ora, dopo il via libera all'unanimità, la strada sembra davvero spianata: il testo dovrebbe andare all’Aula a breve e colpi di scena non sembrano possibili. «È un importante passo avanti per il codice penale italiano, che viene adeguato agli standard più avanzati. Questo nuovo testo rappresenta un grande cambiamento culturale, perché troppo spesso abbiamo assistito a vicende di donne costrette a giustificarsi anche di fronte alle violenze subite. Il sesso senza consenso è stupro», dice senza giri di parole la Di Biase. E spiega: «È un concetto scontato eppure in Italia manca ancora una legge che lo riconosca esplicitamente. Il consenso deve essere sempre liberamente espresso e revocabile: solo il sì è un sì. È giunto il momento che questo principio, finora sancito solo dalle sentenze della Corte di Cassazione, venga finalmente inserito nell'ordinamento. Ci stiamo avvicinando alla Giornata contro la violenza sulle donne e questo voto unanime rappresenta un importante segnale». Dai Dem a Fratelli d'Italia. «Con questo voto facciamo un passo ulteriore nella tutela delle donne. Da oggi tolleranza zero, è stupro se non vi è consenso libero ed attuale. Fratelli d'Italia aveva promesso che avrebbe lavorato per rafforzare la difesa dei diritti delle donne e lo stiamo facendo, attraverso norme più rigorose e misure economiche tali da garantire più indipendenza ed autonomia. Adesso compiamo un passaggio ulteriore, che ha anche una grande valenza sul piano culturale. E ringrazio la relatrice di minoranza Di Biase e tutte le forze parlamentari che hanno consentito che ciò avvenisse in un clima bipartisan», sottolinea Carolina Varchi, capogruppo in Commissione giustizia e relatrice del ddl.
Ma entriamo nei dettagli. Oggi l'articolo 609-bis parla solo di chi costringe «con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità». Insomma, non esiste nessun riferimento al consenso della vittima. Cosa che invece la commissione Giustizia ha aggiunto con il voto di ieri. E allora «chiunque compie o fa compiere o subite atti sessuali ad un’altra persona senza il consenso libero ed attuale di quest'ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni». Così recita la nuova versione del reato. La riforma del reato non è ancora in vigore, e il testo non è ufficiale. Ma la commissione concluderà presto i lavori: il passaggio all'Aula della Camera è previsto per lunedì 17 novembre, la settimana prossima, e qui dovrebbe ottenere il via libera per andare al Senato. Ci si aspetta che a Palazzo Madama il percorso del ddl sia più breve, dato che l'accordo di massima c'è già. Solo dopo la votazione dei senatori la riforma diventerà legge.
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