La sindaca di Forza Italia: «Digiuno per Gaza, è uno sterminio»
Margherita La Rocca Ruvolo, prima cittadina di Montevago e consigliera regionale in Sicilia, ha aderito al digiuno indetto dalla Rete di Trieste: la politica non spacchi il Paese

Cresce il numero di amministratori che ha aderito alla proposta della Rete di Trieste di digiunare per Gaza, come segno di protesta pacifica. L'invito è accolto in modo trasversale da sindaci, consiglieri regionali e comunali di centrodestra, centrosinistra, centro e "civici". Prosegue anche lo sciopero della fame di 50 amministratori che hanno aderito all'appello del Movimento europeo di azione non violenta (Mean), tra questi la governatrice umbra Stefania Proietti recentemente intervistata da Avvenire per spiegare il suo gesto. Scelte unitarie "dal basso" che contrastano con le furiosi liti in Parlamento, che si riflettono poi in manifestazioni che non riescono ad avere una piattaforma condivisa.
Margherita La Rocca Ruvolo, sindaca di Montevago, nel Belice, e consigliera regionale di Forza Italia in Sicilia, ha aderito al digiuno per Gaza promosso lunedì scorso dalla Rete di Trieste. E insieme agli altri sindaci e amministratori del coordinamento nazionale valuta altre iniziative: da un nuovo momento di astensione «dal cibo e dalle parole inutili» sino alla missione di una delegazione sui territori martoriati. Sempre nel nome della trasversalità. «Io sono di Forza Italia - spiega in una pausa dei lavori dell’Assemblea regionale - ma in questa Rete ci ritroviamo per i valori che abbiamo in comune in quanto cattolici impegnati in politica. E tra questi valori c’è senza ombra di dubbio la necessità di provare a guardare con uno sguardo il più possibile unitario alle emergenze del mondo».
Lei dunque condivide con colleghi di centrosinistra gesti forti su Gaza e sui conflitti...
Con il digiuno di lunedì abbiamo voluto protestare per la pace rinunciando alla propaganda di parte. Ci lasciamo ispirare da papa Leone XIV, che dice “liberate gli ostaggi e date da mangiare”. Ecco i due elementi forti su cui facciamo sentire la nostra voce dal basso.
È più difficile aderire a queste iniziative come amministratori di centrodestra? Come dicevo lo spirito di questa iniziativa, e di altre della Rete, è provare a superare queste barriere su temi che devono unire e non dividere. Per me la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la notizia della pediatra che ha perso 9 dei 10 figli. È un sacrificio umano inaccettabile, a prescindere da Hamas. Non possiamo trovare giustificazioni davanti a bambini affamati e mamme che piangono. Io sono un medico. L’alterazione del metabolismo di quei bimbi è un danno inalterabile, strutturale.
Alla Camera il suo segretario, Tajani, ha definito «inaccettabili» le azioni di Israele. Ma ciò non è bastato a evitare polemiche.
Tajani ha ragione quando dice che Netanyahu ha avuto la sua vittoria su Hamas, e dunque deve fermarsi. Le polemiche di oggi le trovo assurde, si fa la radiografia di un sorriso. Non credo che sia il modo giusto di affrontare questa tragedia, questo sterminio.
Lo definisce “sterminio” senza timore di essere criticata?
Leggo tanti illustri commentatori che ci danno degli indicatori per chiamare un fatto in un modo o nell’altro. Per sterminio si intende l’eliminazione di una popolazione. Questo sta accadendo, si vuole eliminare o deportare la popolazione palestinese.
La sua è comunque una presa di posizione forte, nel suo campo politico...
L’idea per cui ho digiunato ha a che fare con la democrazia. Non è appannaggio della sinistra o di parte della sinistra. E non può essere usata come arma di lotta politica. Gaza riguarda tutti. Non possono continuare a spaccare l’Italia nei momenti in cui dovrebbe levarsi una voce unanime. Bisogna alzare il livello a Roma. Non ha senso che in queste discussioni su fatti di estrema importanza e gravità si urli e si rivendichi la ragione in quei modi. Digiunare per la Rete di Trieste ha significato anche questo: rinunciare alle parole che dividono.
Anche le future manifestazioni potrebbero dividere, alla luce delle premesse. Io mi ritrovo con Edith Bruck su due pilastri. Il primo, se si manifesta, ci devono essere due bandiere, Israele e Palestina. Secondo, non uccidere in nome di Dio. Anche sulla cintura delle SS era scritto “Dio è con noi”. Non è vero, Dio non è con chi uccide.
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