venerdì 25 aprile 2025
Anche Zelensky, dopo Trump, atterrato a Roma. Saranno 40 le delegazioni delle religioni. Il carro funebre sarà una papamobile. Le esequie presiedute dal decano del Collegio cardinalizio, Re
È tutto pronto per i funerali di Francesco. L'omaggio di poveri e potenti
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È iniziata ad affluire fin dal primo mattino la folla di fedeli, sacerdoti e autorità attesi oggi per i funerali di papa Francesco. Numerose, in tutto una quarantina, saranno anche le delegazioni dei rappresentanti ecumenici e delle religioni mondiali. Dopo Donald Trump, arrivato venerdì sera, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atterrato a Roma per l'esequie. Il Papa compirà il suo ultimo viaggio terreno a bordo di una papamobile. Per il corteo funebre da San Pietro a Santa Maria Maggiore, dopo i funerali, è stato riadattato il pianale di una papamobile che il Papa aveva utilizzato in un viaggio in Oriente.

Per tre giorni è proseguito il flusso ininterrotto di persone che hanno voluto rendere omaggio alla salma del Pontefice. Fino all’ultimo. Non si sono arresi fino a quando i volontari della protezione civile non hanno chiuso i varchi. Non c’era più tempo. E la fila, alle 17 era ancora lunga. A quel punto - come aveva avvisato un alert giunto su tutti i telefonini - chi era dentro ha continuato ad avanzare verso San Pietro, chi era fuori dovrà “accontentarsi” di partecipare alle esequie. Con numeri da capogiro. Si prevede che saranno in almeno 200mila, con 170 delegazioni da tutto il mondo (ci saranno in pratica i capi di Stato e di governo più importanti, oltre ad alcune teste coronate, è stato annunciato anche l’arrivo dell’ex presidente Usa Joe Biden) e quattromila uomini e donne delle forze dell’ordine, oltre a 2.700 giornalisti dei cinque continenti. Allo stesso modo enorme è stata la partecipazione popolare di questi ultimi tre giorni, quando in 250mila, come ha comunicato la Sala Stampa vaticana, hanno reso omaggio alla salma del Pontefice argentino.


Giovani, anziani, donne, bambini, pellegrini provenienti praticamente da tutto il mondo. I suoi argentini e naturalmente i romani, in un mappamondo composito, mosso da un dolore composto e da tanto affetto. Al punto che neanche le attese di varie ore per entrare in Basilica hanno scalfito la volontà di esserci, anche se numerosi fedeli hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari, a causa di malori in genere passeggeri. La Basilica di San Pietro ha serrato le sue porte alle 19. «Non era possibile tenerla aperta più a lungo - ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni in un briefing con i giornalisti - perché c’è una questione di ordine pubblico: andava chiusa perché sarà il punto di passaggio delle delegazioni che parteciperanno ai funerali del Papa. E poi c’è il rito della chiusura della bara. I tempi tecnici non permettono un’apertura più lunga».

Da mercoledì scorso, quando alle 11 del mattino è iniziato l’omaggio dei fedeli al Pontefice defunto i momenti di pausa sono stati pochissimi. Nella notte tra mercoledì e giovedì in pratica un’ora e mezza tra le 5,30 e le 7. E in quella tra giovedì e oggi, poco più di tre ore, tra le 2.30 e le 5.40. Per il resto un fiume in piena, commosso, commovente e silenzioso, che è transitato davanti alla bara di papa Bergoglio, posta a terra su un semplice supporto in legno leggermente inclinato verso il centro della navata.

In serata si è svolto in forma privata il rito della chiusura della bara. A presiederlo è stato il cardinale camerlengo Kevin Farrell, lo stesso che ha constatato la morte del Papa e guidato il corteo durante la traslazione della bara dalla cappella di Casa Santa Marta alla Basilica Vaticana. Dopo la preghiera iniziale il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo Diego Ravelli, ha dato lettura del “rogito”, cioè l’atto con il quale si ricordano la vita e le opere più importanti di papa Bergoglio. «Francesco ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale», vi si legge. E gli ultimi anni sono stati «costellati da numeri appelli per la pace». Il documento è stato sottoscritto da alcuni dei presenti, mentre veniva intonato il Cantico di Zaccaria. Al termine, Ravelli ha posto sul volto di papa Francesco un velo di seta bianca e il camerlengo ha asperso il corpo con l’acqua benedetta. Sempre il maestro delle celebrazioni ha collocato nella bara una borsa con le monete e le medaglie coniate durante il pontificato di Francesco e il tubo che contiene il rogito letto e sottoscritto precedentemente, con il sigillo dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche. Soltanto a questo punto la bara è stata chiusa: prima il coperchio della cassa di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma del Pontefice defunto e la targa recante il nome del Pontefice, la durata della sua vita e del suo ministero petrino. «La bara di zinco viene saldata – si legge nel libretto del rito – e vengono impressi i sigilli del camerlengo di Santa Romana Chiesa, della Prefettura della Casa Pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice e del Capitolo Vaticano. Viene chiusa anche la bara di legno. Sul coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice defunto».


La bara chiusa è rimasta nella Basilica di San Pietro, in attesa dell’inizio delle esequie in piazza San Pietro. Imponenti i numeri, imponente il servizio d’ordine in una giornata che vedrà Roma al centro del mondo. Prima che tutto si concluda con il trasferimento della salma di papa Francesco a Santa Maria Maggiore, lungo un tragitto di sei chilometri, tra due ali di folla. Intanto oggi è proseguito anche il lavoro dei cardinali in Congregazione generale in vista del Conclave che dovrebbe iniziare tra il 5 e il 6 maggio, secondo le prime previsioni. La data ufficiale, però, non è stata ancora ufficializzata. Alla quarta riunione erano presenti 149 porporati. «Gli interventi sono stati 33 sulla Chiesa e sul mondo», ha riferito Bruni. Durante la Congregazione è stato notato il grande afflusso delle persone alla Basilica di San Pietro per rendere omaggio a papa Francesco.

Il collegio cardinalizio è chiamato a risolvere anche alcune questioni procedurali, tra le quali la partecipazione del cardinale Angelo Becciu allo stesso Conclave. Il porporato, parlando con l’agenzia Reuters , ha dichiarato che a gennaio il Papa gli aveva confidato: «Penso di aver trovato una soluzione». E comunque, ha aggiunto, «saranno i miei confratelli cardinali a decidere». Che la decisione finale, in assenza di documenti scritti del Papa, spetterà al Collegio cardinalizio durante le Congregazioni generali, risulta ad Avvenire anche da altra autorevole fonte. Intanto il dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo, date le circostanze, informa che il programma del Giubileo dei Lavoratori, previsto per i giorni 1-4 maggio 2025, e del Giubileo degli Imprenditori, previsto per i giorni 4 e 5 maggio 2025, subisce delle modifiche. Per i pellegrini che raggiungeranno Roma in quei giorni, è previsto solo il rito giubilare del pellegrinaggio e attraversamento delle Porte Sante della Papale Basilica di San Pietro e delle altre Basiliche Papali, momento privilegiato di Speranza e Fede.

Domenica sarà la volta degli adolescenti, che parteciperanno alla Messa in piazza san Pietro. Una celebrazione che coincide con il secondo giorno di novendiali, le Messe che per nove giorni vengono celebrate in suffragio del Pontefice defunto, prima che inizi il Conclave. La presenza di tanti ragazzi appare come un segno benaugurante. Per proiettare la Chiesa nel futuro.


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