venerdì 5 maggio 2017
Il Pontefice risponde alle domande degli studenti provenienti da tutta Italia che hanno partecipato al Meeting delle scuole per la pace. E cita Mina.
Il Papa ai ragazzi: rassegnazione è una parola proibita
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Come fermare la violenza che invade la nostra società, i mezzi di comunicazione, internet? Ma è vero che la non violenza può fermare la violenza? Cosa sta succedendo a questo mondo? Sono numerose, e profonde, le domande che alcuni ragazzi rivolgono al Santo Padre in Aula Paolo VI, in rappresentanza di 7mila studenti provenienti da ogni parte d’Italia, impegnati nel Coordinamento degli Enti locali per a pace.


«C'è una cultura della distruzione», risponde il Papa, c'è un dio della distruzione che vuole che gli uomini siano in guerra. La stessa cultura che chiama una bomba "la madre di tutte le bombe". Mi sono vergognato, spiega Francesco, mamma è una parola che evoca vita e la bomba invece semina morte senza interessarsi di chi sta sotto. Ma c'è anche tanto bene, li rassicura papa Francesco, tante persone che si spendono per gli altri, che danno la vita per fermare la distruzione, come la missionaria ultra80enne che incontrò nella sua visita in Centrafrica. «Il nostro dovere è andare sulla strada della costruzione, che ci aiuterà a evitare tante calamità. È vero, dunque, che il mondo è in guerra, ma ci sono tante cose belle che non si vedono». E poi: la tragedia più grande per l'Europa dopo la Seconda Guerra mondiale sono le migrazioni.

«Perché è così difficile imparare ad amare?», gli chiede un altro ragazzo. Perché molti responsabili della politica internazionale sono così deboli che non riescono a fermare le guerre? «Perché il mondo si è sistemato in modo cattivo. Dio lo ha creato mettendo al centro l'uomo e la donna, e oggi il mondo va avanti mettendo al centro il dio denaro e gli affari. Ci sono affari che fanno guadagnare tanto: il traffico delle armi, molte di più di quelle che sono necessarie per difendersi, il traffico della droga, che distrugge le menti dei giovani, lo sfruttamento dei bambini e delle donne e in generale delle persone nel lavoro, con i contratti in nero e quelli a tempo. «Questo è peccato mortale», ha detto papa Francesco.



Un altro ragazzo chiede come fare a contrastare la violenza che c'è dovunque contro tutti, le donne, i gay, i migranti... Il Papa ritorna su uno dei suoi argomenti più ricorrenti: la violenza della lingua, con insulti, chiacchiere ("Il terrorismo delle chiacchiere") e calunnie che fanno male e distruggono. In contrasto con la violenza, il Papa ricorda la mitezza, che non vuol dire essere stupidi, ma dire le cose con tranquillità, cercando di non ferire. «È una virtù che dobbiamo recuperare nella nostra vita».

La quinta domanda riguarda l'educazione, e qui Bergoglio racconta con un aneddoto personale di quando era bambino e a una nota della maestra la madre reagì con una sgridata, mentre oggi i genitori reagiscono attaccando gli insegnanti. Ecco come si è rovesciato il rapporto tra famiglie e insegnanti. Le parole ricorrenti che il Papa suggerisce riguarda all'educazione sono ascolto, dialogo, mitezza, ricordando di aver visto un dibattito televisivo preelettorale tra leader politici in cui dominavano le offese.


Costanza dice che ha iniziato a leggere l'enciclica Laudato si' e il Papa ha commentato che l'uomo sta distruggendo il Creato, citando anche la Terra dei fuochi. «Abbiamo capito che tante cose devono cambiare, ma c'è molta rassegnazione. Ebbene, rassegnazione è parola proibita. Rassegnarsi mai, altrimenti mi arrabbio io». E infine una curiosità: i politici non sembrano determinati a lottare per un Pianeta migliore, afferma una ragazza, dopo la Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico. E il Papa risponde con una battuta: «Penso alla grande Mina: parole, parole, parole»

L'incontro

L’incontro, organizzato in collaborazione con il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede, si svolge nell’Aula Paolo VI, a partire dalle 10.30 e segna il culmine del Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo “Proteggiamo la nostra casa”.

Quella di venerdì 5 e sabato 6 maggio è una due giorni per dare vita a un laboratorio dedicato alla concordia tra i popoli. Al centro del Meeting nazionale delle scuole per la pace ci sono i temi proposti nell'Enciclica Laudato Si' di papa Francesco e nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile e il programma prevede che gli studenti si riuniscano in eventi laboratorio per illustrare i lavori che hanno realizzato nel corso dell'anno.

Il VIDEO di presentazione del meeting nazionale delle scuole per la pace


Gli organizzatori e i partecipanti al Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo, nei giorni scorsi, hanno ricevuto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La nostra società, il nostro continente, il pianeta nel quale viviamo, sono anzitutto una casa comune che va protetta, curata e migliorata con il contributo attivo di ciascuno: questa è la prima condizione di una piena cittadinanza, e dunque di un esercizio dei diritti e dei doveri orientato allo sviluppo integrale della persona”, sottolinea il capo dello Stato, che aggiunge: “C’è un legame stretto tra pace, sostenibilità dello sviluppo, equilibrio dell’ambiente, riduzione delle diseguaglianze sociali, crescita delle opportunità, soprattutto di chi è più svantaggiato”.

La manifestazione, che si svolge con la media partnership della Rai, è patrocinata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, la Commissione Europea, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Camera dei Deputati, l'assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale, la Città Metropolitana di Roma Capitale.

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