
Il Papa durante l'incontro con i cardinali - Vatican Media
«Il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno Successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo». E così si concepisce anche Leone XIV che oggi, incontrando i cardinali nell'Aula del Sinodo, ha rivolto loro prima un discorso e poi li ha ascoltati «per poter sentire quali consigli, suggerimenti, proposte» avessero da fare. «Cose molto concrete, di cui si è già parlato un po’ nei giorni prima del Conclave», ha aggiunto.
Intanto, il discorso aggiunge ulteriori elementi alla visione che il nuovo Pontefice ha del proprio ministero petrino. Primato di Cristo, condivisione dell'impegnativo compito con i cardinali stessi, pieno inserimento nella storia del papato e della Chiesa, con frequenti citazioni dei suoi predecessori. Infine una sorta di agenda delle priorità pastorali, ricavata sulla falsariga di Evangelii Gaudium di papa Francesco, la cui «preziosa eredità» dice di voler raccogliere, riprendendo il cammino, «animati dalla stessa speranza che viene dalla fede». Da questo punto di vista, Leone XIV è stato chiarissimo. «II ritorno al primato di Cristo nell’annuncio, la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana, la crescita nella collegialità e nella sinodalità, l’attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare, la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati, il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà». Ecco la lista delle sue priorità. Il tempo e gli atti futuri del Pontefice ci diranno se questo elenco indica anche una gerarchia di importanza.

In ogni caso, ha aggiunto, «si tratta di principi del Vangelo che da sempre animano e ispirano la vita e l’opera della Famiglia di Dio, di valori attraverso i quali il volto misericordioso del Padre si è rivelato e continua a rivelarsi nel Figlio fatto uomo, speranza ultima di chiunque cerchi con animo sincero la verità, la giustizia, la pace e la fraternità».
Oltre che con i suoi immediati predecessori (e in special modo con Papa Francesco), Leone XIV ha dichiarato la sua volontà di porsi in continuità con gli insegnamenti conciliari. «In proposito vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II».
La scelta del nome
Il Papa ha quindi spiegato perché Leone. «Diverse sono le ragioni», ha sottolineato. Ma «principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
Il primato di Cristo
«È il Risorto, presente in mezzo a noi, che protegge e guida la Chiesa - ha proseguito il Pontefice - e che continua a ravvivarla nella speranza, attraverso l’amore "riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato" (Rm 5,5). A noi spetta farci docili ascoltatori della sua voce e fedeli ministri dei suoi disegni di salvezza, ricordando che Dio ama comunicarsi, più che nel fragore del tuono e del terremoto, nel «sussurro di una brezza leggera» (1Re 19,12) o, come alcuni traducono, in una “sottile voce di silenzio”. È questo l’incontro importante, da non perdere, e a cui educare e accompagnare tutto il santo Popolo di Dio che ci è affidato».
Pastori e gregge di Dio
Papa Prevost non ha mancato poi di notare come la grandezza della Chiesa si sia espressa anche nel doloroso commiato a papa Francesco. Essa, la Chiesa, ha rimarcato «è il grembo da cui anche noi siamo stati generati e al tempo stesso il gregge (cfr Gv 21,15-17), il campo (cfr Mc 4,1-20) che ci è dato perché lo curiamo e lo coltiviamo, lo alimentiamo con i Sacramenti della salvezza e lo fecondiamo con il seme della Parola, così che, solido nella concordia ed entusiasta nella missione, cammini, come già gli Israeliti nel deserto, all’ombra della nube e alla luce del fuoco di Dio (cfr Es 13,21)».
Infine l'auspicio che San Paolo VI, nel 1963, pose all'inizio del suo Ministero petrino: «Passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore che accenda tutti gli uomini di buona volontà, ne rischiari le vie della collaborazione reciproca, e attiri sull'umanità, ancora e sempre, l'abbondanza delle divine compiacenze, la forza stessa di Dio, senza l'aiuto del Quale, nulla è valido, nulla è santo».

I cardinali con il Papa nell'Aula del Sinodo - Vatican Media
Il grazie ai cardinali
«Voi, cari Cardinali, siete i più stretti collaboratori del Papa - ha detto ancora il Pontefice -, e ciò mi è di grande conforto nell'accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque. La vostra presenza mi ricorda che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità. So prima di tutto di poter contare sempre, sempre sul suo aiuto, l’aiuto del Signore, e, per sua Grazia e Provvidenza, sulla vicinanza vostra e di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono con la preghiera e con le buone opere
il Vicario di Cristo».
Leone XIV ha ringraziato espressamente il cardinale decano Giovanni Battista Re, che lo ha salutato a nome di tutti. «Merita un applauso, almeno uno se non di più », ha detto papa Prevost. «La sua sapienza, frutto di una lunga vita e di tanti anni di fedele servizio alla Sede Apostolica, ci ha molto aiutato in questo tempo». Grazie anche al cardinale camerlengo, Kevin Farrell: «Per il prezioso e impegnativo ruolo che ha svolto nel tempo della Sede Vacante e della Convocazione del Conclave. Rivolgo il mio pensiero anche ai fratelli Cardinali che, per ragioni di salute, non hanno potuto essere presenti e con voi mi stringo a loro in comunione di affetto e di preghiera».
La sala stampa ha riferito che l'incontro è durato due ore ed è servito anche a dare la possibilità ai cardinali di intervenire sulla base delle proposte emerse durante le Congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave. Gli interventi e le proposte, che non hanno avuto il tempo di essere esposte a voce, sono state raccolte per iscritto.
La scelta della residenza
Papa Leone XIV al momento continua a risiedere nella sua abitazione dell'ex Sant'Uffizio. Lo ha confermato la sala stampa della Santa Sede, sottolineando che il Pontefice non ha ancora preso una decisione definitiva sulla nuova residenza.